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Lo stress test? Un esame calibrato con cinismo per determinare il risultato

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2010 alle ore 20:08.

Se provassimo a verificare la sicurezza di automobili o giocattoli con lo stesso metodo che l'Unione europea ha impiegato per i suoi stress test sulle banche, finiremmo in prigione. Come mai? Semplicemente perché il meccanismo di verifica è stato calibrato per determinare in anticipo il risultato. L'obiettivo di questo esercizio era assicurarsi che le uniche banche bocciate fossero quelle che si sarebbero dovute ristrutturare in ogni caso. Allo stesso tempo, l'idea teoricamente astuta era dimostrare al mondo esterno che il resto del sistema bancario si mantenesse sano. L'obiettivo di questo cinico esercizio era fingere che l'Unione europea stesse risolvendo un problema, mentre in realtà non lo stava facendo.


È troppo presto per giudicare se lo stratagemma ha funzionato. Ma temo di no. Le aspettative non erano troppo alte. Ma l'Unione europea si è fermata al di sotto della soglia minima. C'erano tre problemi fondamentali in quei test – e ognuno di loro poteva renderne nullo l'esito. Il primo, e il meno grave dei tre, è che i test non hanno preso in considerazione alcune importanti istituzioni la cui salute finanziaria non è del tutto chiara. Una di queste è il Kfw, l'istituto tedesco di proprietà statale che da un punto di vista legale non è una banca ma svolge funzioni da banca – come quella di accumulare una gran quantità di azioni tossiche.
Il secondo problema è la definizione del punteggio d'idoneità – un rapporto di tier one del 6%, il quale si riferisce a differenti categorie di capitale, come percentuale delle attività complessive di una banca. Il problema di questa definizione è che non ci dice ciò che abbiamo bisogno di sapere. Se ci interessano i capital ratio non è perché abbiamo paura che una banca possa trovarsi a non rispondere ad alcuni requisiti legali, bensì perché potrebbe non essere abbastanza protetta di fronte a minacce provenienti da fuori.


Il tier one capital include le azioni e gli utili non distribuiti, ma anche diversi tipi di strumenti di debito ibridi. Per esempio, il sostegno governativo di Germania e Spagna arriva sotto forma di strumenti ibridi, che non fanno dello stato un proprietario della banca.

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Tags Correlati: Gabriele Marino | Grecia | Landesbanken | Sanità | Spagna |

 

Il capitale ibrido ha alcune caratteristiche del capitale azionario, ma anche alcune di un bond, incluso il diritto a un flusso di pagamento garantito. Visto che il punto è come si comporta il sistema sotto stress, ci interessano quegli elementi del core capital in grado di rispondere al rischio - non una qualche definizione burocratica o legale.
La definizione attuale di tier one capital è la ragione per cui tutte le Landesbanken tedesche hanno superato il test. Se si fosse utilizzata una definizione meno ampia – soltanto il capitale azionario e gli utili non distribuiti – i risultati sarebbero stati quasi sicuramente diversi.
Il terzo problema è il più grave, e fa vacillare la credibilità del metodo nella sua interezza. Non c'era alcuna clausola circa la possibilità di un default nazionale.


Le banche tengono la maggior parte dei loro bond nei banking book – dove li lasciano fino alla maturità – e una parte minoritaria nei loro trading book. Gli stress test hanno calcolato qualche ulteriore perdita solo per il valore dei bond dei trading book. Tuttavia il prezzo dei bond greci implica già una probabilità non trascurabile di un default – e questo influirebbe su entrambi i book. Di certo, gli stress test dovrebbero essere basati su ciò che potremmo definire come il peggiore dei casi plausibile, e non uno scenario che rappresenti il caso peggiore in senso assoluto. Nessuno chiede alle autorità di vigilanza sulle banche di fare uno stress test sull'impatto di un attacco alieno. Ma il default nazionale nel caso della Grecia non è poi uno scenario così inverosimile – anche qualora si creda che sia poco probabile. È irresponsabile da parte di chi fa gli stress test ignorare situazioni simili. È come se al momento di fare un crash test per le automobili si tralasciasse la possibilità di un veicolo che viene dalla direzione opposta.


Nel loro primo briefing venerdì sera, i funzionari del Comitato delle autorità europee di vigilanza bancaria (Cebs) hanno rilasciato una strana dichiarazione. Hanno calcolato la probabilità di uno scenario di stress negativo al 5 per cento. Ma come fanno a saperlo? Se questa stima è basata su qualche variante della distribuzione normale, come sospetto, allora la soglia del 5 per cento deve di certo implicare l'ipotesi di un default parziale della Grecia da una deduzione probabilistica a partire dai correnti prezzi di mercato.
Va riconosciuto che le probabilità di default sono un argomento molto complicato. Un metodo facile ma molto grossolano è quello di prendere la radice quadrata dello spread su qualche attività teoricamente sicura. Se lo spread per la Grecia è, per esempio, 900 punti base, ciò implica un 30 per cento di possibilità di un default del 30 per cento. Se davvero si vogliono includere scenari di stress che hanno soltanto il 5 per cento di probabilità di verificarsi, certamente ai correnti prezzi di mercato non si può ignorare la possibilità di un default del governo greco.


Gli stress test seguono un modello che si è reso palese sin dall'inizio della fase acuta della crisi finanziaria, nel settembre 2008. L'approccio dell'Unione europea al settore finanziario è stato di mettere delle pezze – finanziamenti, qualche piano non troppo serio di ricapitalizzazione, e fiumi di liquidità - piuttosto che risolvere il problema.
Un'eccezione considerevole è la Spagna, dove la situazione è delle più gravi, e dove si sta facendo un tentativo serio di affrontarla.
Ma mentre a Madrid gli stress test sono parte di un impegno politico per risolvere i problemi del sistema bancario, lo stesso non accade altrove. Uno stress test privo di una strategia decisionale è del tutto privo di senso.
(traduzione di Gabriele Marino)
Copyright The Financial Times Limited 2010

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