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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2010 alle ore 09:28.
L'ultima modifica è del 11 settembre 2010 alle ore 10:13.

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Possiamo tirare un sospiro di sollievo. Il film tratto dalla Versione di Barney è bello. Soprattutto è fedele al romanzo. Manca qualche dettaglio, com'era ovvio, ma c'è la sua essenza, il suo spirito, la sua grandezza. I fan del romanzo di Mordecai Richler avevano il terrore che l'adattamento cinematografico potesse deludere. Le avvisaglie c'erano tutte. Paul Giamatti, al bar dell'Excelsior al Lido, ha detto di aver vissuto notti insonni nel timore di aver tradito il personaggio. Ci sono voluti dieci anni per fare questa riduzione cinematografica. Tredici se si considera che il libro in Canada è uscito nel 1997. Lo stesso Richler ha provato a scrivere la sceneggiatura tre volte. Nemmeno lui era riuscito a trovare la quadra. Sembrava impossibile portare al cinema un lungo e complicato romanzo raccontato in prima persona da un vecchio burbero, politicamente scorretto e con l'Alzheimer incalzante, ma anche dal cuore tenero.

Le immagini diffuse nei mesi scorsi dalla produzione mostravano un Barney giovane e francamente poco credibile rispetto all'originale. Le certezze dei seguaci di Barney hanno cominciato a vacillare. Su «Repubblica» si è letto che Barney era stato trasformato in un personaggio «amabile». Un brivido è corso lungo la schiena. Antonio D'Orrico, sul «Corriere», s'è lamentato che nella sceneggiatura non ci fosse traccia di questa o quella scena del libro. Il film spazza via i dubbi. Paul Giamatti è assolutamente Barney, fin dalla prima scena. Inquadratura stretta sul sigaro posato sul portacenere. Una mano rugosa prende un bicchiere di Macallan. Primo piano su Barney Panofsky, anziano. Barney telefona alla sua amata Miriam. Risponde il suo nuovo marito, Blair, l'uomo che gliel'ha portata via. Barney gli dice di passargli sua moglie (per lui, Miriam resterà sempre sua moglie, anche nel testamento, anche nella tomba bilocale fatta preparare con largo anticipo al Mount Royal).

Blair gli risponde che sono le 3 del mattino. Barney gli dice che è urgente, che deve restituire a Miriam certe sue fotografie in posa erotica: «Ma forse servono più a te – aggiunge Barney a Blair – così vedi com'era quando era giovane».

Il Barney cinematografico è il Barney letterario. Quando Paul Giamatti ha preso in mano il libretto Sulle Strade di Barney, guardando il portafoglio di fotografie di Richler ha detto: «Oh my God, non le avevo viste, mi sarebbe piaciuto vederle prima di girare il film». Il Barney letterario è il suo autore: Mordecai Richler.

Rosamund Pike è perfetta nel ruolo di Miriam. Solo Florence Richler, la vera moglie dello scrittore canadese, avrebbe potuto interpretare meglio l'amore della vita di Barney. Noah Richler, il figlio di Mordecai, dice al Sole che quando in casa parlano di Pike la definiscono «l'attrice che interpreta mamma». L'interpretazione di Dustin Hoffman, nel ruolo del padre di Barney e della sua scorrettezza politica, è da Oscar.

Noah non ha voluto vedere il film in anteprima, nemmeno quella riservata alla stampa. Forse aveva paura anche lui del risultato finale o più semplicemente voleva godersi l'attesa. Il giudizio più importante è quello di sua madre, Florence. Lei il film l'ha visto a Montreal, in una proiezione privata. Ne è uscita felice, anche se a Noah non ha raccontato i dettagli per non rovinargli la sorpresa di Venezia. Tutta la famiglia Richler al completo ha fatto da comparsa in una delle scene più commoventi del film, quando un Barney ormai malato invita per l'ultima volta a pranzo Miriam e le dice che non rinuncerà a lei nemmeno adesso.

L'accoglienza per Barney è stata calda, sia in sala sia in sala stampa. I giornalisti italiani si sono divisi in due categorie: chi ha letto il romanzo di Richler e chi no. In un capovolgimento di luoghi comuni che sarebbe piaciuto moltissimo a Barney è successo che chi ha letto il libro è entusiasta del film, cosa che di solito non capita mai. Eppure in questo caso lo trova ben riuscito, coinvolgente, fedele al romanzo.

I critici che non hanno letto La versione, invece, sostengono che il personaggio sia stato addolcito, che abbia perso la sua scorrettezza politica, che sia diventato uno "sfigato". Non hanno letto il libro, appunto. A chi gliel'ha fatto notare, il produttore canadese Robert Lantos ha spiegato che La versione è una storia d'amore. Su indicazione di Richler, nel film sono scomparse le filippiche di Barney contro la stupidità dell'indipendentismo francofono che aveva ammorbato il Canada negli anni Settanta, ma per il resto il film è fedele al romanzo. Rosamund Pike ha chiuso la questione: scusate, che cosa c'è di più scorretto di inseguire un'altra donna il giorno del proprio matrimonio?

Il libro
Christian Rocca ha scritto per Bompiani Sulle strade di Barney. Un viaggio nel mondo di Mordecai Richler. Il libro è un pellegrinaggio sulla strada di Richler-Barney per conoscere meglio l'autore di un libro cult per l'Italia.

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