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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2010 alle ore 15:07.
Sarah Scazzi è stata «uccisa nella cantina del garage con una corda»: un reato che si è compiuto «in tre momenti». Lo scrive il giudice per le indagini preliminari (gip) di Taranto, Martino Rosati, nell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Sabrina Misseri depositata oggi. Nelle 21 pagine redatte dal gip si legge chi vi è stata «la volontà di realizzare l'evento delittuoso, la consapevolezza di tutti i concorrenti» e «la coscienza e la volontà di contribuire al verificarsi del reato». Per il giudice Rosati, dunque, l'omicidio di Sarah è stata «un'azione preordinata più grave di quella programmata».
Il gip ha confermato la custodia in carcere per Sabrina Misseri (leggi l'ordinanza)accusata di avere avuto un ruolo nell'omicidio della cugina 15enne Sarah Scazzi. Lo stesso magistrato ritiene inoltre che la madre di Sabrina, Cosima Serrano, abbia coperto i due in un primo momento.
«Michele Misseri è un elemento credibile e attendibile, nel suo racconto rivelato ai magistrati venerdì 15 ottobre quando ha ripercorso prima nella sua villetta e successivamente nei pressi del casolare dove ha bruciato i vestiti e gli effetti personali di Sarah» le tappe di quanto accaduto nel pomeriggio del 26 agosto.
Potrebbero non essere le molestie di Michele Misseri le motivazioni dell'omicidio di Sarah Scazzi: nell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Sabrina, infatti, il gip Martino Rosati scrive che la cugina di Sarah provava gelosia per il rapporto tra quest'ultima e Ivano Russo, cuoco e amico delle due ragazze. A pesare sulla posizione di Sabrina, ci sono anche i due verbali interrogatorio di Mariangela Spagnoletti, la sua amica. Un racconto che il gip definisce «importante» in particolare per quanto riguarda gli orari degli sms che le due si sono scambiate, per il fatto che Mariangela trovò Sabrina «in ansia» e perchè mentre Sabrina dice che si trovava sulla veranda di casa quando arrivò l'amica, Mariangela sostiene invece che lei fosse in strada.
La ricostruzione dei fatti. Potrebbe chiudersi definitivamente nelle prossime ore, almeno per quanto riguarda l'ottica degli inquirenti, il cerchio definitivo su quanto avvenuto quel tragico pomeriggio del 26 agosto nella cantina di via Deledda ad Avetrana, in provincia di Taranto. Da quanto è emerso dalla richiesta di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Martino Rosati nei confronti di Sabrina Misseri, ad uccidere materialmente la piccola Sarah è stato lo zio, che resta dunque l'orco, Michele, con l'aiuto della figlia Sabrina. Quest'ultima - sempre secondo quanto ricostruisce il gip nelle 21 pagine della sua ordinanza - nei giorni precedenti l'uccisione di Sarah aveva ricevuto delle confidenze dalla cugina sulle molestie sessuali che la ragazza avrebbe ricevuto da parte di Michele Misseri. Sabrina, di queste attenzioni che Michele riservava alla nipote aveva chiesto conto e ragione al genitore, il quale però aveva sempre negato tutto addossando le colpe sulla piccola Sarah definendola troppo esuberante. Sabrina, che di certo con Sarah, negli ultimi tempi, non aveva rapporti