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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2010 alle ore 21:27.
Una crisi finanziaria sistemica è un deserto di liquidità: c'è tanta sete di liquidità ma poche sorgenti per saziarsi. A questo deserto si può giungere attraverso strade diverse. Alcuni portano con sé scorte di liquidità sotto svariate forme, ma capita sovente che ciò che si pensava fosse buona liquidità non lo è più, quella liquidità evapora o diventa illiquidità e non può più essere utilizzata.
Fra questi, chi aveva debiti di liquidità non riesce più a onorare le proprie promesse verso altri. E questi ultimi, che a loro volta credevano di avere buone scorte di liquidità presso i primi, non riescono a saziare se stessi e neppure a ripagare i loro debiti. In questo deserto, nessuno vuole più prestare liquidità perché non è sicuro di averla indietro, meglio tenersela stretta. Illiquidità e insolvenza tendono a confondersi e a coincidere.
Ristrutturare il debito irlandese o qualche altro debito sovrano europeo - la Grecia prima, Spagna e Portogallo ora nel mirino - è il primo passo per portare l'Europa verso questo deserto. Da un giorno all'altro, attività finanziarie liquide possono trasformarsi in illiquide senza, forse, un possibile ritorno. Ci stiamo progressivamente avvicinando a quel giorno. Tutto ciò che pensavamo fosse per sempre liquido e sicuro, cioè che conservasse il proprio valore e avesse un mercato in cui liquidare quel valore, si sta deteriorando in qualità: i titoli di Stato. In alcuni casi, si sono commessi degli errori di valutazione e sarebbe giusto dire che, su sani principi, li si dovrebbero pagare. In altri casi no. In altri ancora potrebbe essere il risultato di una fuga collettiva verso qualche altra forma di liquidità di migliore qualità, che si suppone possa permetterci di resistere meglio e saziarci in quel deserto. Questa fuga, folle o no, rende illiquido ciò che è sempre stato liquido, lascia per strada altra illiquidità.
Nel deserto della liquidità dei titoli di Stato non sono solo coinvolti gli Stati nazionali ma anche le banche e le famiglie. Tutti, proprio tutti, così connessi dalle svariate forme di liquidità, buone o cattive, sempre più cattive. Per i puristi della teoria dell'azzardo morale, sono tutti peccatori. Vanno puniti fino in fondo. Nel deserto della liquidità si può arrivare a concludere che tutti quelli che hanno prestato liquidità abbiano delle colpe. Solo l'autarchia li poteva salvare, l'antitesi del capitalismo.