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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2010 alle ore 16:04.
Finora erano stati solo i tedeschi a fare la parte dei duri. Le parole pronunciate da Christine Lagarde a Bloomberg Tv fanno capire che il fronte degli intransigenti potrebbe ampliarsi. «Tutti gli investitori dovrebbero farsi carico di perdite e guadagni in ogni particolare situazione» ha detto il ministro delle finanze francese riferendosi alla situazione dei titoli di stato dei paesi "periferici" dell'Unione europea. Anche Parigi, come Berlino, è quindi favorevole a coinvolgere le banche nell'eventuale ristrutturazione dei debiti sovrani più a rischio.
In una settimana difficile per il mercato dei titoli di stato, queste parole creano ulteriore tensione. Il differenziale di rendimento tra i decennali tedeschi e gli analoghi titoli irlandesi sale di 10 punti e tocca i 665 punti base o livello record. Per vendere bond il Tesoro irlandese deve pagare il 6,5% in più rispetto alla Germania. Anche gli spread di Portogallo e Grecia s'impennano rispettivamente a 485 e 930 punti. A livelli record anche i credit default swap di Spagna, Portogallo e Irlanda.
Finiscono sotto pressione anche i titoli di stato italiani. Il premio di rendimento pagato dai Btp decennali italiani rispetto ai titoli di Stato tedeschi è volato fino a 182 punti base. Si tratta di un livello mai raggiunto negli oltre dieci anni di vita dell'euro, e che supera anche i massimi toccati, a giugno, nel corso della crisi greca: per trovare un premio di rendimento così elevato bisogna andare indietro, prima dell'adesione all'Euro, fino al 1997. Sui mercati è pesante l'effetto della crisi del debito in Irlanda, che spinge gli investitori a puntare sul bund tedesco a scapito dei titoli di Stato dei Paesi a più alto rendimento.
L'Euro torna sotto pressione: negli scambi a Londra la divisa unica viaggia a 1,3696 dollari, in netto calo da 1,3783 di ieri e dopo aver scambiato sopra 1,37 per gran parte della mattinata.
Mentre resta in bilico il passaggio parlamentare del bilancio 2011, che dovrà avviare un duro percorso di risanamento, da Seul, dove si trova per partecipare al G20 il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso assicura che in caso di necessità «l'Ue sarà pronta a sostenere l'Irlanda». Si spera che non sia necessario e a Bruxelles un portavoce della Commissione ha precisato che Dublino non ha chiesto aiuti. Ma sui mercati si teme che si replichi quella spirale negativa che nel maggio scorso ha costretto la Grecia a chiedere il supporto di Ue e Fondo monetario internazionale.