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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2011 alle ore 10:14.
Il primo decennio di questo secolo è iniziato con la bolla del dot.com. Una volta scoppiata, le banche centrali si sono attivate con pratiche aggressive per semplificare la politica monetaria e prevenire un periodo prolungato di crescita rallentata in stile giapponese. Ma il contesto di bassi tassi d'interesse, che si è verificato dopo la recessione del 2001, ha invece contribuito all'insorgere di un'altra bolla speculativa, questa volta nel settore immobiliare e creditizio.
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Con lo scoppio della seconda bolla nello stesso decennio, le banche centrali si sono mosse anche in questo caso rapidamente abbassando i tassi fino a zero (o a un valore di poco superiore) in quasi tutti i settori. Recentemente, la Federal Reserve americana ha avviato una fase di quantitative easing senza precedenti nel tentativo di accelerare la ripresa. Ancora una volta, l'argomento chiave è stato la necessità di evitare una ripetizione del "decennio perduto" verificatosi in Giappone.
Il compito di stabilire una politica è spesso influenzato dalle "lezioni imparate" attraverso la storia dell'economia. Ma la lezione del caso giapponese è per lo più un mito. Le paure derivate dall'esperienza giapponese si basano sulla crescita nell'ultimo decennio del Pil in Giappone a un tasso medio annuale pari solo allo 0,6% rispetto all'1,7% degli Stati Uniti. La differenza è in realtà molto minore di quanto spesso si presume, ma a prima vista un tasso di crescita dello 0,6% viene considerato un decennio perso.
In base a questo standard, si potrebbe affermare che anche buona parte dell'Europa ha "perso" l'ultimo decennio, dato che la Germania ha registrato circa lo stesso tasso di crescita del Giappone (0,6%) e l'Italia ha ottenuto un tasso persino inferiore (0,2%). Solo la Francia e la Spagna hanno mantenuto una prestazione migliore. Ma il quadro di stagnazione che presentano molti paesi è fuorviante, in quanto non tiene conto di un fattore essenziale, ovvero quello demografico.
Con quali parametri si dovrebbero paragonare i record di crescita di un gruppo di paesi sviluppati con contesti simili? Il parametro più adatto non è di certo la crescita del Pil totale, bensì la crescita del reddito individuale della popolazione in età lavorativa (non il reddito pro capite). Questo elemento è fondamentale poiché solo la popolazione in età lavorativa (Pel) rappresenta il potenziale di produzione dell'economia. Se due paesi ottengono la stessa crescita in termini di reddito medio della popolazione in età lavorativa, si dovrebbe poter affermare che entrambi i paesi sono stati ugualmente efficienti nell'utilizzare il potenziale a disposizione, anche nel caso in cui i tassi di crescita del Pil totale differiscano.