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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2011 alle ore 11:56.
La responsabilità della politica monetaria «non si può sostituire all'irresponsabilità dei Governi» che, alla luce della crisi del debito sovrano nell'Eurozona, «non hanno altra scelta se non di cambiare le proprie politiche» e devono, inoltre, «rafforzare in modo sostanziale il Patto di stabilità e di crescita». Lo ha detto, come riporta Radiocor, il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, in un discorso in Germania.
«Dopo uno degli anni più difficili per la nostra valuta comune, ancora giovane - ha continuato Trichet - è venuto il momento di voltare pagina. Ora ogni Stato membro deve assumersi in pieno le proprie responsabilità. Ed è giunto il momento di rafforzare il codice di condotta per i Governi nazionali, e cioé il Patto di stabilità e di crescita».
«Sappiamo - ha detto Trichet - che per diversi anni le politiche di bilancio condotte da alcuni Paesi hanno violato la lettera e lo spirito del Patto. I problemi che hanno investito il mercato europeo dei bond governativi nel 2010 sono una prova visibile e concreta del malgoverno sui conti pubblici». Oggi, i Governi «non hanno altra alternativa che cambiare politica. E devono rafforzare in modo sostanziale il Patto di stabilità e di crescita».
E non sono soltanto i conti pubblici a dover tornare su un «percorso virtuoso». In diversi Paesi, «anche le politiche macroeconomiche devono allinearsi di più con le 'best practice». La Germania, ad esempio, ha continuato Trichet, «ha attraversato diversi anni di difficile aggiustamento macroeconomico. Non molto tempo fa veniva chiamata il malato d'Europa. Da allora, i costi unitari del lavoro sono migliorati, le barriere sul mercato del lavoro sono state abbassate e l'occupazione è cresciuta. Oggi, l'economia tedesca è altamente competitiva con una domanda interna in aumento».
Ma, é il monito di Trichet, «visto che altre economie sono state molto meno coraggiose nel portare avanti le riforme strutturali, il gap competitivo tra i Paesi dell'Eurozona si é allargato». «Le perdite di competitività non possono essere sostenute all'infinito e si devono fare aggiustamenti in politiche economiche che sono diventate insostenibili». Da qui la necessità di «rafforzare in modo considerevole la governance collettiva dell'Unione». Riguardo ai conti