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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2011 alle ore 08:59.
L'ultima modifica è del 10 marzo 2011 alle ore 06:39.

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Gianni RiottaGianni Riotta

Gentile direttore, sono la mamma di un bimbo che a settembre inizierà a frequentare la scuola dell'infanzia. Dalla direzione didattica locale hanno già fatto sapere che le scuole pubbliche presenti non potranno soddisfare tutte le richieste perché superiori ai posti disponibili. Ora siamo in attesa del via libera dell'Ufficio scolastico regionale all'apertura di una nuova sezione che consentirebbe l'accoglienza di tutti i bambini in lista di attesa. Via libera che pare quanto mai incerto.

Per chi non riuscirà a entrare, ci sarà la frenetica ricerca di un posto in una scuola d'infanzia paritaria con il conseguente pagamento di una retta di frequenza. E chi non se la potrà permettere dovrà tenere i bambini a casa (sempre che ci sia qualcuno che li accudisca). Perché nel nostro paese la scuola dell'infanzia non è una scuola dell'obbligo? Sull'importanza della scuola i politici e amministratori esprimono sempre bei proclami e niente più. E noi genitori siamo lasciati soli ad affrontare i problemi.
Elisa Milani
Piove di Sacco (PD)

Cara signora, che aggiungere alla sua lettera? Ebbe successo qualche anno fa il libro di un signore che affermava «tutto quel che so l'ho imparato all'asilo» e ciascuno di noi capisce perché. Si parla, talvolta si straparla, di aiuti alla famiglia, solo per retorica, e di dinamica sociale per le donne, solo l'8 marzo. Se politici e leader culturali fossero seri - temo di no - la ascolterebbero. Nidi e asili capaci di dare davvero sostegno a mamme e famiglie sarebbero cruciali per le donne, le famiglie e l'economia. Grazie della sua bella lettera.

Spaghetti Ogm
Gentile direttore, chiunque abbia conosciuto Gian Tommaso Scarascia Mugnozza ne ha ben compreso la statura di uomo, di scienziato e di instancabile organizzatore di cultura scientifica. Non sorprende perciò che a pochissimi giorni (quasi ore) dalla sua scomparsa si sia voluto ricordare, tra le varie attività da lui svolte, anche la creazione della straordinaria varietà di grano duro, il Creso, vanto della genetica e dell'agronomia italiane. Ci ha invece sfavorevolmente colpito che sia nata una polemica sul fatto che il Creso sia o non sia un Ogm. Alla professoressa Giovannetti che polemizza sul Sole 24 Ore dell'8 marzo con Corbellini vorremmo ricordare che non c'è nulla di male a considerare il Creso come un Ogm, perché è il risultato di incroci profondi e mirati. Che tali incroci siano il frutto di radiazioni ionizzanti significa solo che Ogm e alimenti derivati da Ogm si sono ottenuti ancor prima dell'introduzione, negli anni 70 del secolo scorso, della tecnica del Dna ricombinante. Non è affatto improprio affermare pertanto che è da decenni che ci nutriamo di "pasta derivata da Ogm". Semmai ci sarebbe da distinguere tra i prodotti "sfornati" con una tecnica - la mutagenesi radioattiva - altamente invasiva quanto a effetti sul Dna, e quelli ottenuti con le nuove e assai più precise, sicure e meno invasive tecniche di transgenesi.
Amedeo Alpi
Docente di fisiologia vegetale, Università di Pisa
Sergio Bartolommei

Docente di bioetica ed etica ambientale, Università di Pisa

Troppi migranti
Gentile direttore, da quando è iniziato l'esodo dalla Tunisia verso Lampedusa continuo a chiedermi perché nessuno parla di respingimenti o di rimpatrio dei migranti che non hanno diritto all'asilo politico. Capisco le motivazioni che spingono questa gente a cercare un futuro migliore per sé e per i loro figli, ma non credo che il nostro paese sia in grado di offrirlo, se non a pochi, e, comunque, non in base ai numeri recentemente ipotizzati anche dal ministro Maroni. Sono convinto che si prospetti un'invasione massiccia.
Carlo Magrì
Campagnano di Roma (ROMA)

Il maresciallo Semproni
Nel presentare la Fondazione che Il Sole 24 Ore, Wind e lo Studio Gianni Origoni, sotto l'egida di Gianni Letta e Giuliano Amato, hanno promosso per un Monumento che ricordi i caduti italiani nelle missioni di pace, domenica scorsa ho, erroneamente, trascritto che la prima vittima era stata uccisa in Libia. Si tratta invece, come correttamente scritto il 5 luglio del 2009 sulla prima pagina del Sole, del «maresciallo Pio Semproni, trucidato il 21 ottobre del 1950 ad Agordat, in Eritrea, da predoni ribelli mentre collaborava con gli inglesi». Mi scuso con i lettori e i familiari.
Le lettere vanno inviate a:
Il Sole-24 Ore ''Lettere al Sole-24 Ore'' - Via Monte Rosa, 91
20149 Milano - fax 02.312055
email: letterealsole@ilsole24ore.com
gianni.riotta@ilsole24ore.com
twitter@riotta
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