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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2011 alle ore 11:14.
L'ultima modifica è del 20 marzo 2011 alle ore 08:14.
L'attività di accertamento del fisco nei confronti dei contribuenti si è molto ampliata negli ultimi anni, fino a diventare – dopo la legge di stabilità 2011 – completamente pervasiva. Basti pensare che persone fisiche e imprese possono essere raggiunti, per lo stesso periodo d'imposta, anche da più di cinque atti impositivi: cartella di pagamento per la liquidazione della dichiarazione, cartella per il controllo formale della stessa dichiarazione, accertamento ordinario, accertamenti parziali e accertamento integrativo.
Da luglio, poi, per riscuotere le somme richieste, gli uffici delle Entrate non dovranno più agire con il ruolo e la successiva cartella di pagamento, essendo sufficiente l'atto impositivo.
Certo, la lotta all'evasione, per essere efficace, ha bisogno di questi nuovi strumenti. Ma forse, per non vessare inutilmente i contribuenti, sarebbe il caso di pensare a una riforma organica degli accertamenti. Soprattutto le ultime misure sono state introdotte il più delle volte in maniera estemporanea, con il principale obiettivo non di fare ordine, ma cassa. Non vorremmo mai essere nei panni dell'azienda o del cittadino, che pur con tutte le carte in regola, è sottoposta a una mezza dozzina di accertamenti in contemporanea.
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