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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2011 alle ore 07:00.

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BOLZANO. Tagliare i consumi per risparmiare, in nome dell'efficienza e delle tecnologie verdi. Il gap dei costi energetici italiani si annulla anche così. Non è facile, ma c'è chi ci riesce. L'obiettivo delle cantine Lageder è arrivare all'impatto zero. Ma già oggi l'azienda di Magrè (Bolzano) nel nuovo stabilimento riesce a tagliare i consumi di circa i due terzi. Usando i pannelli fotovoltaici e termici, ricuperando l'energia del sottosuolo, adottando tecniche (e tecnologie) di efficienza energetica.

«Tutta la gestione della nostra azienda, commenta Alois Lageder, erede di quinta generazione di una cantina fondata nel 1823, è basata su un equilibrio tra natura e tecnologia. La scelta di utilizzare fonti di energia alternativa ci ha permesso di svolgere la nostra attività secondo criteri sostenibili, decidendo di evitare ogni emissione di anidride carbonica».
L'azienda vinicola di Tor Löwengang a Magrè, a una trentina di chilometri da Bolzano, produce circa 1,6 milioni di bottiglie con un fatturato di 13 milioni e in questi giorni è impegnata per l'evento annuale della Summa, che riunisce a Magrè gli esperti e i produttori di vino di mezz'Europa.

I primi pannelli solari furono posati nel 1996, e con una spesa per 125mila euro da allora forniscono all'azienda circa il 5,6% del fabbisogno elettrico e il 25% della copertura del fabbisogno di riscaldamento. Nei giorni più assolati, dai pannelli fotovoltaici del primo e più vecchio impianto arriva circa un quarto del fabbisogno. Cinque anni fa l'impianto solare fu completato e oggi l'azienda produce da sé circa 38mila chilowattora l'anno, pari al 14,2% del bisogno elettrico e al 63% del fabbisogno di riscaldamento; nelle giornate d'estate, si arriva a soddisfare il 58% della domanda elettrica.

Ma i pannelli solari, da soli, non bastano. La nuova cantina, che Alois Lageder ama chiamare neubau, «nuova costruzione», è studiata per risparmiare energia. Non solamente con l'isolamento termico e la scelta dei materiali e degli impianti, ma anche con il ricorso a superfici ventilate sotterranee, che consentono di «riutilizzare il 70% del calore - spiegano alla Lageder - così come del freddo dell'aria di scarico. Grazie a questa soluzione risultano necessari per il riscaldamento solamente 22,5 chilowatt, invece di 75, e per il raffreddamento 12,9 chilowatt al posto di 43».

In particolare, tra la parete posteriore dell'edificio e la naturale parete rocciosa che fiancheggia la costruzione si apre un'intercapedine che scende fino agli spazi più profondi della cantina. In quel luogo il sottosuolo ha temperatura costante di 10 gradi: una vera frescura d'estate, che richiede meno energia per il condizionamento; durante l'inverno quell'aria appare tiepida a confronto con la temperatura esterna a molti gradi sotto zero, con un risparmio considerevole per il riscaldamento.

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