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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2011 alle ore 08:38.

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Per Vincent Bolloré il caso-Generali è evidentemente ormai chiuso. Con le dimissioni di Geronzi dalla presidenza e con la decisione dei grandi soci di voltare pagina con le polemiche in consiglio, il finanziere bretone deve aver pensato che nel giro di poco tempo tutti - azionisti, authority e mercato - si sarebbero dimenticati dei sospetti e delle illazioni che aveva sollevato nei confronti della correttezza del management, degli accordi internazionali e delle strategie del Leone. Sospetti che, è bene ricordare, lo avevano spinto ad una clamorsa astensione nel voto sul bilancio della compagnia triestina. Di questi fatti, persino ieri dopo il cda di Mediobanca, Bolloré non aveva più ricordo. Ma la memoria non è corta per tutti. Ed evidentemente non lo è per la Consob, che non sembra affatto convinta dell'improvviso ravvedimento di Bolloré: o il finanziere francese ha costruito una polemica sul niente, cagionando grave danno alla compagnia e al suo titolo, o qualcosa di misterioso deve averlo spinto a cambiare idea sulla qualità del management e del consiglio delle Generali. Poiché le domande su quanto è accaduto in Generali sono ancora molte, l'auspicio di tutti è che sia ora la Consob a dare al mercato qualche risposta in più. (A.Pl.)

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