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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2011 alle ore 09:07.
L'ultima modifica è del 15 aprile 2011 alle ore 09:07.

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Accelera l'inchiesta della Procura di Roma sugli appalti dell'Enav. Due nuove misure di custodia cautelare, per evasione fiscale e false fatturazioni, sono state emesse ieri nei confronti dell'ex consulente esterno di Finmeccanica, Lorenzo Cola, e dell'imprenditore Tommaso Di Lernia, proprietario della Print Sistem, società specializzata in sistemi radar. Per Di Lernia, ancora latitante, il gip Anna Maria Fattori ha disposto, su richiesta del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, la misura del carcere, mentre a Cola sono stati dati i domiciliari.
Le accuse si riferiscono a reati commessi nella realizzazione di opere civili e installazioni tecniche negli aeroporti di Doha, in Qatar, e di Palermo. Cola, arrestato la scorsa estate nell'ambito dell'inchiesta sulla vicenda Digint, è accusato di avere evaso il fisco per 4,8 milioni di euro, in concorso con Di Lernia, e con il generale Bruno Nieddu, ex presidente di Enav. L'evasione, relativa a fatture emesse per operazioni inesistenti da due società cipriote riconducibili a Di Lernia, l'Antinaxt (3,4 milioni) e la Esmako (1,4 milioni), si riferisce a lavori eseguiti nell'aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo da Print Sistem, che li aveva avuti in subappalto da Selex S.I. A Di Lernia, già coinvolto nel 2006 nell'indagine sulla scalata a Rcs, viene contestata anche l'emissione, tra novembre 2009 e maggio 2010, di fatture per operazioni inesistenti per 1,1 milioni su una consulenza di Print Sistem relativa a un appalto vinto da Selex S.I. per realizzare opere civili nel nuovo aeroporto di Doha. Reato, si legge nelle 40 pagine dell'ordinanza, realizzato «anche al fine di consentire l'evasione delle imposte dirette e indirette a Selex S.I.».

Entrambe le contestazioni sono aggravate «per essere state commesse anche allo scopo di realizzare le provviste per l'erogazione di utilità a pubblici ufficiali». Quello utilizzato da Selex S.I. e da Print Sistem, prosegue l'ordinanza, «era un sistema di sovrafatturazioni idoneo a consentire alla prima di realizzare fondi neri impiegati per ottenere le commesse dall'Enav che, quindi, la stessa Selex S.I. subappaltava a Print Sistem. Le plusvalenze delle sovrafatturazioni ritornavano agli erogatori» attraverso un serie di bonifici che transitavano su conti ciprioti intestati a Antinaxt e alla Esmako, per poi giungere sul conto Yorkle Overseas intestato a Cola presso la Bsi di Lugano. I nuovi sviluppi investigativi nascono dalle dichiarazioni di Cola e del commercialista Marco Iannilli, anche lui indagato, che hanno «disvelato – recita l'ordinanza - l'oramai diffuso ed endemico sistema di illegalità nell'attribuzione e gestione degli appalti di Selex S.I. ricevuti dall'Enav». Le misure eseguite ieri sono solo uno dei tasselli di una vicenda più ampia che conta almeno una ventina di indagati, tra cui Marina Grossi, ad di Selex S.I. e moglie del presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, e l'ad dell'Enav, Guido Pugliesi.

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