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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2011 alle ore 06:40.

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Basta con gli scontri, l'esempio deve venire dall'alto



Servono tante cose, dice il presidente Giorgio Napolitano. Tutte sono orientate a una sempre maggiore coesione dell'unità nazionale. Bisognerebbe smetterla con lo scontro, bisognerebbe avere maggiore responsabilità nazionale, non è però chiaro a chi siano indirizzati appelli di questo tipo. Se si deve smetterla con lo scontro bisogna che le istituzioni la smettano di scontrarsi in continuazione con tutti noi, che la si smetta di considerare la plebe come carne da macello al servizio della burocrazia. Se si vuole responsabilità nazionale bisogna mettersi il cuore in pace e rassegnarsi al fatto che questa responsabilità occorre meritarsela. Ce la si può fare, magari prima che tutto salti per aria e la via più breve passa obbligatoriamente per un maggior rispetto per i cittadini da parte delle istituzioni.
Lettera firmata
I guai dell'euro
Mi sono soffermato sugli articoli dell'«Inchiesta: il Paese che non cresce», e mi sono chiesto: ma perché tutti questi interrogativi? La parola chiave per i nostri problemi è l'euro. Dopo aver perso ogni capacità competitiva delle nostre merci a causa dei costi di produzione troppo elevati, ci troviamo in una situazione in cui "la barca non può muoversi". Per salvare il salvabile oggi, dovremmo produrre europeo, fare ricerca europea, consumare europeo e avere un "conto economico" europeo; e ciò con le necessarie "strategie comuni" per fronteggiare lo tsunami della globalizzazione economica, culturale e religiosa. Non ci salveranno la cucina italiana, la moda italiana, le scarpe, il parmigiano, la pasta e cose simili; quando dobbiamo importare il 70% di grano duro, il 40% di grano tenero, il 60% di latte, il 48% di pomodori, il 42% di carne bovina, l'uva o il mosto per fare i nostri vini doc, le olive per fare il nostro extra-vergine venduto sottocosto, quasi tutto lo zucchero che consumiamo. Potrei continuare con molti altri dati e considerazioni per ribadire e convincerci che "per far muovere la barca", e non farla affondare, occorre una moneta gestibile e competitiva: o l'euro, con le regole in comune, oppure, meglio riavere la nostra amata vecchia lira. Non vado oltre, augurandomi che queste cose così semplici non vengano manipolate dai finanzieri e dagli economisti per giustificare l'avanzata della povertà, bensì servano ai politici italiani ed europei per capire come operare per il bene presente e futuro di tutti noi.
Mario Pierucci
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I tagli di Tremonti
Il ministro Giulio Tremonti ha detto che non si crea la crescita economica facendo il deficit, ossia bisogna innanzitutto mantenere in regola i conti pubblici. Bene, allora ci spieghi come si crea la crescita. Infatti non è certo con i tagli continui che si favorisce lo sviluppo. In questi anni abbiamo avuto una stagnazione del Pil intorno all'1% di variazione, dopo una recessione fortissima che ci ha fatto perdere 5 punti. I discorsi sul come si favorisce la crescita non devono fermarsi a dirci cosa non si deve fare, ma soprattutto ci devono dire cosa fare.
Lettera firmata
La Chiesa e le donne
Ho sentito monsignor Rino Fisichella affermare che la Chiesa, pur riconoscendo alle donne la stessa dignità degli uomini, deve osservare la volontà di Gesù: «Non è detto che le donne possano svolgere le stesse mansioni degli uomini». Se monsignor Fisichella confrontasse la condizione delle donne al tempo di Gesù in Palestina, e la condizione delle donne oggi, soprattutto nel mondo occidentale, si renderebbe facilmente conto dei motivi che spinsero Gesù ad affidare agli apostoli (mandati come pecore in mezzo ai lupi) l'evangelizzazione del mondo, e a un apostolo in particolare il compito di pascere le sue pecore. Oggi quei motivi non hanno ragione d'essere. La verità è un'altra, e gli uomini della Chiesa la conoscono bene.
Elisa Merlo
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Chi ha paura delle statue
Leggo che a Bolzano si vorrebbe nascondere il monumento di Mussolini a cavallo, un bassorilievo opera dello scultore Hans Piffrader. Chi vorrà vedere il monumento lo potrà fare ma solo al termine di un percorso didattico, perché il visitatore sarà abilitato ad osservare solo dopo che sarà reputato “consapevole” di quello che avrà di fronte agli occhi. Certo qualcuno avrebbe preferito cannoneggiarlo come fecero i talebani con i Buddha di Bamiyan...
Paola Vettori
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