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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2011 alle ore 08:47.
L'ultima modifica è del 30 aprile 2011 alle ore 08:13.

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Vladimir Putin ci considera dei vandali. Secondo il Wall Street Journal, il primo ministro russo questo mese, a proposito della politica monetaria degli Stati Uniti, ha dichiarato: «Guardate la loro bilancia commerciale, il loro debito e il loro budget. Stampano moneta e inondano l'intera zona del dollaro - che in pratica significa il mondo intero - di titoli di Stato Usa.

Noi non abbiamo la possibilità di fare una cosa del genere, né ora né nel prossimo futuro. Non possiamo permetterci il lusso di questo vandalismo».
La cosa divertente è che la Russia, come altri Paesi emergenti, è colpita dall'inflazione proprio perché non intende lasciare che gli Stati Uniti riducano il loro disavanzo commerciale. I capitali vogliono andare verso i mercati emergenti, e questo flusso avrebbe come effetto quello di spostare la bilancia commerciale di questi Paesi dall'attivo al passivo, con corrispondente riduzione del disavanzo americano.
Ma l'indispensabile contrappeso di questa mossa è un apprezzamento in termini reali dei Paesi emergenti, un aumento dei prezzi relativi di beni e servizi. Questi Paesi potrebbero lasciar crescere la loro valuta: l'alternativa, se non lo fanno, è un apprezzamento attraverso l'inflazione, che è quello che sta avvenendo.
Ma la cosa davvero strana è il gran numero di analisti americani che si schierano dalla parte di Cina e Russia su questo tema. Perché odiano l'America?

Standard & Poor's ha annunciato che potrebbe decidere di declassare il rating degli Stati Uniti. La sua tesi sembra piuttosto sensata: la società di rating mette l'accento, giustamente, sulla contrapposizione politica.
Il punto è che gli Stati Uniti sono perfettamente capaci di gestire un disavanzo consistente in questo momento e rimettere in ordine i conti pubblici in un secondo momento: ma non se i partiti si dimostrano incapaci di trovare un accordo su una soluzione di qualsiasi tipo. Quello che si decide riguardo alla spesa quest'anno o il prossimo anno è irrilevante.

Detto questo, vale la pena ricordare che nel 2002 Standard & Poor's declassò il debito del Giappone, e che cosa successe poi lo si può vedere dal grafico qui sotto.
I BoT giapponesi sono diventati famosi come "l'affare della morte", perché la gente continua a scommettere su un aumento del tasso d'interesse e il tasso d'interesse continua a non aumentare. In sostanza: non c'è troppo di cui preoccuparsi.
(Traduzione di Fabio Galimberti)
© 2011 NYT DISTRIBUITO DA NYT SYNDICATE

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