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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2011 alle ore 08:40.
L'ultima modifica è del 30 aprile 2011 alle ore 09:10.
Gli italiani stanno sempre stretti in casa loro. Un garagino, una rimessa, una stanzetta in più alla villetta, persino un bagnetto o una verandina che spuntano come un bubbone dalla facciata, è così che ci siamo abituati ai nostri abusi quotidiani.
Ma questa volta, con la gigantesca opera di emersione delle case fantasma, dovremmo essere al redde rationem.
L'Italia reale è stata fotografata e sovrapposta a quella ufficiale, quella delle mappe catastali. Ed è stato come sovrapporre la foto di un cinquantenne imbolsito a quella di quando aveva vent'anni. Milioni di allargamenti leciti e illeciti hanno denunciato l'inerzia dei Comuni, che dopo l'orgia di sanatorie del 1985 hanno chiuso per 25 anni ambedue gli occhi. Tra due giorni, scaduto l'ultimo termine per regolarizzare (e sottoporre a tassazione) la fungaia edilizia, inizieranno i controlli a tappeto su chi non si è autodenunciato. Settecentomila case, secondo le ultime stime. Probabilmente abusive in tutto o in parte. In più, l'agenzia del Territorio farà controlli periodici per fare emergere i nuovi abusi. E ai Comuni basterà un controllo online per agire immediatamente. Chissà se adesso lo faranno.
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