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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2011 alle ore 14:55.
L'ultima modifica è del 08 maggio 2011 alle ore 15:08.

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Sia Osama bin Laden sia la "sua" al-Qaida erano del secolo scorso. L'Al-Qaida di oggi e chiunque sia il successore di Bin Laden sono l'edizione del XXI secolo: al-Qaida versione 2.0. Questa nuova versione ha capacità e limiti molto diversi e affronta sfide strategiche altrettanto diverse rispetto all'organizzazione che bin Laden fondò nel 1988.

È chiaro che gli spettacolari attacchi del 2001 avvennero in questo secolo e che Osama è appena deceduto, ma le idee e le circostanze che hanno plasmato lui stesso e la sua organizzazione appartenevano al XX secolo.

Nel decennio successivo agli attentati dell'11 settembre molto è cambiato nel mondo e all'interno della stessa al-Qaida: l'organizzazione e i leader operativi, la provenienza dei suoi membri e le fonti di finanziamento, i principali teatri d'azione, oltre alle tattiche, ai nemici e ai concorrenti.

L'al-Qaida originale era un'organizzazione operativa che, sebbene funzionasse tramite cellule indipendenti, manteneva un alto livello di centralizzazione. Chi, come e quando attaccare, il reperimento e la gestione del denaro, il reclutamento e la promozione dei leader e le decisioni più importanti erano nelle mani di bin Laden, del suo vice Ayman al Zawahiri e di un piccolo gruppo di luogotenenti.

Invece la nuova al-Qaida è più che altro un'ispirazione piuttosto che un'organizzazione che agisce secondo ordini impartiti da una sede centrale. La sua influenza e il suo futuro non risiedono più nelle sue capacità in qualità di organizzazione, bensì nell'abilità di ispirare i nuovi jihadisti a organizzarsi, addestrarsi, pianificare e agire in modo autonomo contro bersagli che essi stessi scelgono.

Questo non significa che la "vecchia" al-Qaida sia sparita. Ne avremo notizie nei prossimi giorni e mesi quando cercherà di dimostrare al mondo che la morte di bin Laden non comporta la sua morte in qualità d'istituzione. Qualche tempo fa, la polizia tedesca ha arrestato un immigrato di origine marocchina il quale, grazie ad al-Qaida, si era recato al confine tra il Pakistan e l'Afghanistan per esercitarsi nell'uso degli esplosivi.

Ma questo non è più il profilo ideale per al-Qaida 2.0. Il suo terrorista ideale è nato e vive ancora negli Stati Uniti o in Europa e, agendo per proprio conto e senza aver intrattenuto nessun contatto diretto con l'organizzazione, fa esplodere, in nome di al-Qaida, una bomba in un luogo affollato in qualche importante città.

Il problema che affronta al-Qaida per il reclutamento di questi volontari è la presenza di nuovi e sorprendenti concorrenti: i movimenti anti-dittatoriali del mondo arabo.
Prima, il messaggio di al-Qaida era più semplice: lottiamo contro i dittatori repressivi e miscredenti nei Paesi arabi, coloro che costringono i propri popoli alla miseria mentre loro si arricchiscono grazie alla congiura con l'odiato, e ancora più miscredente, impero statunitense.

Per un giovane disoccupato, senza futuro e senza altri canali in cui convogliare le proprie energie, frustrazioni e speranze, questo appello alla lotta era irresistibile. Oggi, quello stesso giovane ha l'alternativa di lottare ma non per uccidere innocenti in altri Paesi, bensì per cambiare le cose nel proprio. E la ricompensa la può intravedere qui e adesso, e non in un aldilà popolato dai martiri suicidi di al-Qaida.

L'altro problema di al-Qaida è la necessità di "salvaguardare il proprio posto" nel mondo islamico. Un'organizzazione che ha assassinato più musulmani che statunitensi o europei ha molto da spiegare.

Un nuovo svantaggio consiste nel fatto che, mentre l'al-Qaida del XX secolo ha potuto contare sull'appoggio entusiasta ed esplicito di alcuni Paesi, come l'Afghanistan dei talebani o il finanziamento di taluni Governi, per esempio, oggi allearsi apertamente con al-Qaida è un pessimo affare. Le acrobazie del Governo pachistano per spiegare l'ubicazione del rifugio di bin Laden o le contraddizioni dei leader di Hamas in merito ad al-Qaida rivelano la radioattività politica che ha assunto tale organizzazione.

Nel caso di Hamas, il suo leader Ismail Haniyeh ha denunciato l'operazione contro Bin Laden affermando che «condannava l'omicidio di qualsiasi guerriero musulmano», nonostante nei giorni precedenti avesse ordinato un attacco simile contro una cellula di al-Qaida a Gaza, in cui sono rimasti vittime due dei suoi membri.

Il minore appoggio governativo ad al-Qaida non significa che il suo raggio geografico si sia ristretto. Dall'Algeria alla Cecenia e dalla Somalia all'Indonesia, la globalizzazione delle cellule di al-Qaida è andata avanti, nonostante sia stata sempre meno sostenuta dai Governi o dai suoi alleati all'interno di essi. In sintesi: al-Qaida 2.0 continuerà a essere una minaccia. Seppur sminuita, screditata e sostituita da idee e leader più attraenti.
(Traduzione di Cinzia Montina)
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