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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2011 alle ore 08:13.

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Ambientalisti e opposizioni gridano allo scandalo per la norma che introduce il diritto di superficie nelle aree demaniali. Il Governo è accusato di voler cementificare le spiagge. La vera ratio della norma sembra un'altra: consentire a chi già gestisce un arenile di gestirlo ancora a lungo, fino a 90 anni. Se si fosse continuato con il regime delle concessioni, si sarebbe incappati nella direttiva Bolkestein che impone al 2015 di rimettere in gara quei servizi.

Con il nuovo regime il Governo intende evitare le gare che potrebbero assegnare le spiagge a gestori tedeschi o francesi. L'esito di questa operazione anticoncorrenziale è incerto perché l'Unione europea non si lascia convincere da argomenti formali. Novant'anni, in effetti, sono tanti.
La seconda finalità del Tesoro è incassare.

Vengono regolarizzati i chioschi-fantasma con un accatastamento tipo quello usato per le case-fantasma. Ma nessun vincolo urbanistico o di tutela paesaggistico viene rimosso. Stesso discorso per valutare se ci sia libertà assoluta di costruire ed edificare. È vero che si introduce un regime privatistico meno garantista in un contesto pubblicistico. Ma non è prevista alcuna deroga né ai vincoli paesaggistici né ai piani regolatori. Il sacco delle spiagge per ora non è previsto e, se ci sarà, dovrà contare sulla complicità di Comuni, Regioni e Agenzia del Demanio.

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