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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2011 alle ore 09:45.
L'ultima modifica è del 09 maggio 2011 alle ore 10:28.

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Non riducono ritardi e cattivo umore di prima mattina e comunque tocca correre per cercare di non fare troppo tardi al lavoro, a scuola, all'università o al rientro a casa. Soprattutto se si è così sfortunati da dover prendere proprio quei treni «maglia nera» – ogni Regione ha i suoi, come si vede nella tabella in alto – che soffrono di disservizi cronici e non riescono a stare in orario.Mese dopo mese. Però la soddisfazione c'è, quando allo sportello in stazione si incassa lo sconto sull'abbonamento mensile o annuale.

La prima a introdurre i lbonus per i pendolari è stata la Lombardia nel 2003: invece di intascare le penali inflitte a Trenitalia e a Le Nord per i ritardi e i disservizi dei convogli locali o reinvestirli nella rete,la Regione scelse di restituirle sotto forma di sconti agli abbonati. Per risarcire chi, quei ritardi e quei disservizi aveva subito. Diverse altre Regioni, specialmente al Nord e anche perché sollecitate dai «loro» pendolari, l'hanno imitata negli anni successivi. Ognuna a modo suo, in una sorta difederalismo delle penali e dei bonus ferroviari.A quale soglia di ritardo o di soppressione delle corse scatti la sanzione è materia che viene definita dalla negoziazione tra Trenitalia e la singola Regione nella fase di stipula dei contratti di servizio.

Nell'ultima tornata, che si è tenuta quasi ovunque lo scorso anno, la Spa del Gruppo Fs ha imposto un tetto percentuale al monte penali, attorno all'1% del valore del contratto. Stando ai dati raccolti da Legambiente perilrapportoPendolaria 2010, il totale delle multe elevate lo scorso anno si aggira sui 10 milioni di euro. Le più severe nell'irrogare le sanzioni sono senz'altro le Regioni del Nord e del Centro mentre al Sud le cifre risultano poco significative e i pendolari non godono in genere di sconti sugli abbonamenti.

La Campania, ad esempio, sostiene che non può rimborsare i pendolari delle ferrovie perché ha scelto di integrare in un unico titolo di viaggio – Unico Campania appunto – gli abbonamenti ai trenie aibus urbaniedextraurbani. Le Regioni che hanno imboccato la strada dei risarcimenti applicano in genere due modelli: il bonus mensile e per singola direttrice, di cui la Lombardia detiene il copyright, imitata poi daToscana e Piemonte,e il bonus annuale una tantum, preferito da Liguria,Veneto ed Emilia Romagna.

Con una variante per le Marche: «Usiamo i soldi delle penali – spiega Sergio Strali, direttore dell'assessorato ai Trasporti –, nel 2010 circa 200 mila euro, per finanziare la Carta Tuttotreno Marche che permette ai pendolari di salire anche sugli Eurostar e sugli Intercity, facendo risparmiareloro 540mila euro l'anno». «Per le direttrici che non hanno rispettato l'indice di affidabilità del servizio - racconta il dirigente lombardo Roberto Laffi - nel 2009 abbiamo distribuito 820 mila euro di bonus agli abbonati di Trenitalia e 400 mila a quelli delle Nord. Nel 2010 le soglie erano più severe quindi saliremo a un milione per Trenitalia, con Le Nord a 100mila.

Lo sconto è del 20%». Percentuale identica per la Toscana dove nel 2010 circa 10mila abbonati hanno avuto il rimborso per complessivi 100mila euro. «Eroghiamo anche un bonus straordinario annuale. Nel 2009 – spiega il direttore SaverioMontella– ne hanno usufruito 50mila pendolari: hanno avuto unosconto del 50% sulla tessera di aprile, per un valore di un milione e 250mila euro. Quest'anno la percentuale sarà inferiore, il30%, perché rimborsiamo integralmente il biglietto a tutti i viggiatori bloccati dalla nevicata eccezionale del 17 e 18 dicembre scorsi ». IlVeneto, che negli ultimi tre anni ha inflitto a Trenitalia multe per oltre sette milioni, grazie a un contratto di servizio molto stringente perché frutto di una proceduradi gara, ne ha restituti ai pendolari di più, 10 milioni, con sconti dal 50 all'80% su una mensilità di abbonamento.

«Applichiamo lo sconto una volta l'anno, entro aprile», aggiunge Bruno Carli, dirigente della Regione. Anche l'Emilia Romagna nel 2010 ha restituito a 28mila utenti oltre un milione e mezzo di euro, offrendo un mese di tessera gratuita. «Analoga operazione sarà ripetuta a breve» annuncia dall'assessorato Paolo Ferrecchi. Infine la Liguria.«Non facciamo rilevazioni per linea – spiega Gabriella Rolandelli – perché vista la conformazione geografica del territorio è impossibile. Nel 2010 abbiamo dato una mensilità gratis a 8.600persone per complessivi 450mila euro».

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