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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2011 alle ore 07:18.
L'ultima modifica è del 13 maggio 2011 alle ore 06:39.

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La strizzata d'occhio all'abusivismo edilizio proprio no, presidente Berlusconi. Non va bene neanche per raccogliere qualche voto in più dell'ultimo momento a Napoli. Non va bene per molte ragioni e forse è inutile ricordarle tutte, tanto sono note. Le connessioni del fenomeno dell'edilizia informale con la criminalità organizzata, per esempio, sono note. Il rischio idrogeologico (frane, alluvioni, allagamenti) connesso in modo diretto con la realizzazione di edilizia fuori di ogni regola è noto. Aver detto no a nuove forme di condono edilizio dopo i tre del 1985, del 1994 e del 2003 è una conquista dell'Italia di oggi.

C'è anche un argomento economico che si può usare per dire no all'abusivismo edilizio sempre e comunque. Un argomento che crea ricchezza e occupazione: una politica di riqualificazione e manutenzione di un territorio che resta ancora una delle grandi opportunità dell'Italia. Occorre valorizzare il paesaggio, demolire gli edifici abusivi e degradati, incentivare l'architettura di qualità, riqualificare ampie porzioni delle nostre città. Avevamo colto un accenno di questa politica di sviluppo vero anche nel decreto legge: contiamo di non esserci sbagliati.

TAG: Italia

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