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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2011 alle ore 08:13.

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Adesso arriva la politica delle grandi opere low cost. Stretto dalla necessità di rispettare i vincoli della finanza pubblica, il Governo e, in prima linea, il ministero dell'Economia rivedono progetti infrastrutturali e regole degli appalti in funzione della riduzione dei costi e dell'esborso dei fondi pubblici. È giusto avviare una stagione di maggior rigore anche per le opere pubbliche: molti erano e sono gli sprechi e i sovraccosti che il sistema italiano registra. Basti pensare a quanto è costata l'Alta velocità Torino-Napoli tra opere compensative ai Comuni e costi elevati degli espropri o crescita delle spese pubbliche in favore dei general contractor. È storia ormai e, se errare è umano, perseverare è diabolico.
Per far ripartire la macchina delle infrastrutture questa razionalizzazione di progetti, questo taglio agli sprechi, questa eliminazione delle ridondanze sono necessari. L'importante è che questa operazione abbia come scopo non solo quello di generare qualche altro risparmio per il bilancio pubblico, ma piuttosto quello di riavviare davvero il motore delle infrastrutture, senza il quale l'economia italiana non tornerà ad accelerare né ad avere uno sviluppo più solido nelle aree più deboli.

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