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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2011 alle ore 08:46.

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Mai come negli ultimi mesi l'opinione pubblica italiana ha letto di polemiche e dibattiti incentrati sul tema dell'energia. La tragedia giapponese, le vicende nordafricane e le decisioni del Governo in materia di nucleare e di rinnovabili hanno fatto da detonatore: è riesploso il mai sopito conflitto tra nuclearisti ed ambientalisti, è nato quello tra industria energivora e filiera delle rinnovabili.
La questione è però maledettamente seria: dalle future scelte energetiche dipendono la competitività dell'industria nazionale, una fetta importante della spesa delle famiglie (11%), gli standard ambientali per le prossime generazioni. Per fortuna il mondo dell'energia è misurabile e quindi misurato, ed i numeri ben chiari e conosciuti. Ad esempio:

1. È vero che dipendiamo dagli altri: solo il 17% dell'energia è frutto delle nostre risorse (l'idroelettrico delle Alpi). Il petrolio vale metà dell'import energetico (da Russia, Libia ed Iraq), il gas naturale circa un terzo (da Algeria, Russia e Libia). Per inciso, l'import energetico vale oltre 50 miliardi di euro l'anno e tende a 70 (simile cioè agli interessi sul Debito Pubblico!) con il barile sopra i 100$.

2. È falso che rinnovabili o nucleare possano risolvere i nostri problemi energetici. L'Italia così come il mondo consuma i due terzi dell'energia per usi civili e per i trasporti, mentre è in calo il peso dell'industria (23%). Il gas naturale alimenta oltre metà dei consumi civili, il petrolio praticamente la totalità dei trasporti. Quando si citano nucleare o rinnovabili, ricordiamoci che si parla solo di energia elettrica (un terzo del totale).

3. È vero che i consumatori italiani pagano prezzi più alti dei loro colleghi europei: per le famiglie la differenza vale circa il 30% per l'energia elettrica e quasi il 10% per il prezzo dei carburanti, per la piccola media industria la sola energia elettrica presenta un gap superiore al 40%!

4. È falso che prima dei fatti giapponesi fosse in corso una rinascita nucleare. Nel mondo il nucleare vale solo il 6% della produzione totale di energia, circa il 14% di quella elettrica, ed è sostanzialmente stabile da più di 10 anni.

5. È falso che spendiamo 20 miliardi l'anno per incentivare le rinnovabili. Il solare costerà circa 3 miliardi di euro nel 2011 e circa 6-7 miliardi nel 2016, tutte le altre fonti (acqua, vento, geotermia, biomasse) costeranno meno di 2,5 miliardi nel 2011, numero destinato a diminuire con la riduzione degli incentivi. La tassazione su gas naturale e su carburanti vale da sola un gettito annuo di oltre 40 miliardi.

6. È altamente improbabile la costruzione di una filiera nazionale nel solare. Nell'ultimo triennio la Cina è passata dal 24% al 54% dei moduli venduti nel mondo e sono cinesi 8 delle 18 aziende del solare con oltre un miliardo di giro d'affari. Se neppure l'industria tedesca sembra capace di arrestare questo fiume in piena, cosa potrebbe una nascente filiera italiana?

7. È vero invece che già esiste una filiera italiana in questo settore: negarlo significa ignorare la storia dell'automotive italiana, quella che per intenderci ha rivoluzionato il mondo dei motori e dei carburanti con l'invenzione del common rail, i distretti veneti e marchigiani nel cooling and heating, la meccatronica in Emilia Romagna, primati assoluti come Novamont nella chimica verde o MossiGhisolfi nei biocarburanti. Confindustria stima 3 milioni di addetti per un settore che rappresenta una gigantesca opportunità. E tutti concordano nel dire che il business più grande è il risparmio energetico.

8. È falso che esista il carbone pulito. Se l'obiettivo è produrre energia elettrica a basso costo, allora si la soluzione migliore è il carbone. Ma in termini di emissioni di CO2 non vi sono dubbi, la migliore tecnologia a carbone ne produce il doppio rispetto alla migliore tecnologia a gas.

9. È vero che si può produrre energia dai rifiuti senza arrecare danni alla cittadinanza. In paesi come la Francia e la Germania circa il 35% dei rifiuti diventa energia, contro un desolante 12% dell'Italia. E l'Italia è l'unico paese in cui la termovalorizzazione beneficia dell'incentivo…

10. È falso che non si possa risolvere il problema dell'inquinamento delle città. Dirottare parte degli investimenti nella modernizzazione delle flotte pubbliche o commerciali avrebbe effetti dirompenti, visto che un moderno motore Euro 5 inquina oltre il 90% meno di un Euro 0. E i costi sanitari da inquinamento valgono molti miliardi di euro….

Fin qui alcuni dei fatti. Un'equazione complessa, le incognite appartengono a molti settori e dare i pesi relativi significa operare delle scelte tra diverse priorità. A valle degli ultimi avvenimenti la Germania ha selezionato pochi esperti per darsi in tre mesi un nuovo piano energetico nazionale. Non dobbiamo essere così veloci, ma se fosse “casa nostra” ognuno di noi si sbrigherebbe a cercare la soluzione. Nessuno si affiderebbe all'improvvisazione. E allora? Allora occorre che il Governo fissi un budget e definisca le priorità tra obiettivi spesso contrari. Poi selezioni pochi esperti (ne bastano 4 o 5 lontani da interessi di parte) che risolvano l'equazione. Le prossime generazioni di italiani lo meritano.

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