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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2011 alle ore 06:40.
Tutti i cittadini (e le imprese) sono chiamati a contribuire secondo la giusta misura alle spese dello Stato. E una legge dello Stato, lo Statuto del contribuente – del quale si chiede da più parti un'esplicita costituzionalizzazione –, detta le regole perché il cittadino resti tale, integro nei suoi diritti, anche davanti alla pretesa tributaria. Un principio da tenere ben presente di questi tempi in cui l'amministrazione fiscale è stata dotata di poteri e capacità sempre più pervasive.
Tanto che lo stesso legislatore è chiamato a fare marcia indietro per ristabilire un equilibrio tra le parti. Ed è positivo quando i ripensamenti necessari hanno luogo.
È quanto è avvenuto, per esempio, con il Dl sviluppo: il Parlamento sta infatti mettendo un freno all'uso eccessivo di ganasce e ipoteche. I deputati della commissione Finanze hanno chiesto più garanzie per i cittadini nella fase della riscossione. L'impressione è però che, al di là degli interventi puntuali, serva una riforma complessiva che dia una disciplina uniforme su tanti temi controversi, come per esempio la sospensione cautelare e le notifiche.
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