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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2011 alle ore 08:55.
L'ultima modifica è del 03 giugno 2011 alle ore 08:56.

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I rischi ci sono ma il batterio-killer si può battereI rischi ci sono ma il batterio-killer si può battere

L'Europa, e la Germania in particolare, stanno affrontando un'epidemia di sindrome emorragica con epicentro ad Amburgo. Secondo i dati del servizio sanitario tedesco un tipo di Escherichia coli ha infettato duemila persone delle quali 18 sono decedute. Per l'Organizzazione mondiale della sanità, il batterio responsabile di questa epidemia è una nuova variante finora non identificata come causa di infezioni alimentari.

Questi nuovi dati derivano dell'analisi del genoma del ceppo isolato dai ricercatori del Centro medico universitario di Amburgo e, ieri, grazie all'impiego dei più innovativi sistemi di sequenza del Dna, nel centro Bgi di Shenzhen (Cina) è stata rapidamente completata l'analisi di sequenza, che ha rilevato come il ceppo accomuni le proprietà di due gruppi di Escherichia coli patogeni. Da qui, la sua aggressività.

Infatti l'assommarsi in un unico ceppo batterico di più fattori di virulenza rende molto elevato il rischio d'infezione nel caso di consumo di alimenti contaminati, anche con basse cariche batteriche.
A oggi non è chiaro quale sia la fonte di contaminazione o l'alimento coinvolto; l'autorità tedesca consiglia di astenersi dal consumo d'insalata, pomodori e cetrioli crudi. Data l'elevata diffusione dell'infezione si può ipotizzare una causa comune, ma solo le analisi dei prossimi giorni, grazie anche ai dati derivanti dalla sequenza del genoma, potranno chiarire quali siano i cibi coinvolti. Come ci si infetta? La trasmissione avviene generalmente tramite il consumo o la manipolazione di alimenti contaminati.

Per ridurre il rischio di contaminazione, considerando che il batterio incriminato è resistente ai più comuni antibiotici, valgono le buone pratiche di igiene: lavarsi accuratamente le mani, lavare gli alimenti (anche con prodotti ad azione dilavante o battericida), evitare di contaminare gli alimenti lavati e pronti al consumo con utensili e altri alimenti non puliti. I trattamenti termici, anche blandi, eliminano il rischio di infezione.

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