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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2011 alle ore 08:09.
L'ultima modifica è del 07 giugno 2011 alle ore 06:39.

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In una Lex Column del Financial Times di qualche giorno fa si sottolinea la necessità che il salvataggio del Portogallo includa non solo un bel po' di soldi, ma anche i rimedi al problema principale di quel Paese, cioè la sua mancata crescita. Ne sono esplicitamente menzionate due cause: la carenza di infrastrutture e un sistema educativo di scarsa qualità.

Se si concorda con quella diagnosi, bisognerebbe allora convenire che i rimedi saranno efficaci solo nel lungo periodo: quanti anni ci vogliono per aumentare in modo significativo la qualità di un sistema educativo e quindi il capitale umano che ne viene prodotto e perciò il tasso di crescita di un Paese?
Osservazioni analoghe valgono anche per l'Italia : grazie alle ultime Considerazioni finali del Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, la priorità sembra tornata a essere quella della crescita. Tuttavia, per aumentare in modo permanente il nostro tasso di crescita - rendendo così più facile il rispetto del nuovo Patto di stabilità, nei prossimi vent'anni - servono riforme che richiederanno molto impegno e molto tempo per produrre tutti i loro effetti. Ma non si potrebbe fare qualcosa che serva subito, cioè dia risultati rapidamente? È evidente che questa dovrebbe essere la priorità: interventi che già nei mesi successivi, inizino a dare i loro effetti positivi sulla crescita della produttività.

Faccio due esempi di come la produttività potrebbe essere aumentata rapidamente.
Esami universitari. Vi sono università statali in cui i verbali degli esami sono tuttora compilati in tre copie, con l'uso di due fogli di carta carbone. Solo in seguito, quei risultati vengono trasferiti su memorie elettroniche e archiviati. La carta carbone è chiaramente una tecnologia del passato cui si è aggiunta quella moderna dei computer e il risultato è un livello di produttività inferiore a quello del passato. Non potrebbe il ministro Gelmini vietare l'uso della carta carbone nelle scuole italiane di ogni ordine e grado?

Manutenzione. Secondo esempio, tratto dall'attività edilizia. Cosa serve per poter ripassare un tetto, limitandosi a sostituire i coppi rotti, ma senza alcuna modifica alle travature e quindi alla sagoma e al volume del tetto stesso? Vent'anni fa bastava una raccomandata al Comune e il giorno stesso si poteva procedere col lavoro. Oggi, quello stesso intervento richiede una Dia, che è un progetto firmato da un professionista, di molte pagine, e con molti certificati allegati.
Per un tetto di 100 metri quadrati, il professionista vi chiederà un mese di tempo e un compenso di tremila euro (più le spese). Inoltre, l'intera pratica dovrà essere personalmente consegnata agli uffici del Comune, prevedendo anche qualche ora di coda.

I due esempi qui riportati significano che se davvero si volesse ottenere un significativo guadagno di produttività, basterebbe un'analisi sistematica del come-si-fanno-le-cose, per individuare i numerosi casi in cui avendo sommato vecchie e nuove tecnologie (ad esempio, carta carbone e computer) oppure avendo richiesto adempimenti affatto indispensabili, la produttività del Paese si è negli ultimi dieci anni sempre più ridotta.
I due esempi citati sono emblematici di redditi che qualcuno ha prodotto riducendo la produttività e quindi il reddito complessivo del Paese.
Si potrebbe far meglio e presto!

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