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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2011 alle ore 08:44.
L'ultima modifica è del 10 giugno 2011 alle ore 06:39.

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Si allarga la compagine dei soci sostenitori della Fondazione Teatro alla Scala di Milano. Il gruppo Tod's, che fa capo alla famiglia Della Valle, è stato accolto all'unanimità dall'assemblea come socio fondatore permanente a partire dal 1° gennaio 2012. Questo significa, per la Scala, un apporto finanziario di 5,2 milioni di euro.

Tod's si aggiungerà così agli altri dieci soci fondatori permanenti privati, cioè Cariplo, Banca del Monte di Lombardia, Eni, Fininvest, Pirelli, Generali, Enel, Banca popolare di Milano, Mapei e la spagnola Telefonica (primo, e per ora unico, socio straniero).
Diego Della Valle, presidente del gruppo Tod's, conferma così la sua convinzione dell'importanza di investire in cultura. Dopo aver destinato 25 milioni al restauro del Colosseo (il progetto sarà presentato il 22 giugno), ora è la volta della Scala. «Il teatro milanese è un simbolo dell'Italia – spiega –. Pur non essendo esperto del settore, sono rimasto impressionato dalla reputazione del teatro ha nel mondo. È un simbolo del nostro Paese e la sua fama va anche al di là dell'operato. Si tratta di una macchina organizzata in modo eccellente e più la facciamo conoscere, più facciamo capire che c'è un'Italia che funziona, che lavora bene».

Stéphane Lissner, sovrintendente della Scala da sei anni, fa parlare i numeri: oltre 260 alzate di sipario, 450mila spettatori, quasi 16mila abbonati, 28,8 milioni di ricavi da biglietteria previsti per quest'anno, con un record d'incassi messo a segno il 19 marzo con Death in Venice di Benjamin Britten (più di 281mila euro); un tasso medio di saturazione della sala del 91% (93% per la lirica). Infine, un budget 2011 di 116 milioni, derivanti per il 54% da contributi privati e ricavi propri e, per il 46%, da contributi pubblici. Valori che nelle stime per il 2012 salgono a 32 milioni come ricavi di biglietteria e portano la quota di contributi privati e ricavi propri al 56% contro il 44% di contributi pubblici. «La Scala – sottolinea Lissner – è e sarà sempre un teatro pubblico. L'iniziativa di Diego Della Valle, la sua sensibilità per la cultura, mi danno coraggio per il futuro, mi toccano da vicino. Il mecenatismo è un atto civile prima che un'opportunità o una necessità».

Per il presidente di Tod's «questo è il momento di fare, e fare in fretta». Se la Scala è un simbolo internazionale e rappresenta «un ponte tra l'Italia e il mondo e tra il mondo e l'Italia», come dice Lissner annunciando tra gli altri scambi internazionali una tournée che si svolgerà in Cina e Giappone nel 2013, altri simboli positivi devono essere sostenuti.
Della Valle spera nei prossimi due o tre mesi di coinvolgere un gruppo d'imprenditori amici per sponsorizzazioni importanti, la prima delle quali dovrebbe riguardare Pompei. Poi Venezia. «A livello internazionale è un momento complicatissimo per tutti – dice – e bisogna che i simboli del nostro Paese possano svettare nel mondo nel modo migliore. Ed è importante far vedere che la società civile si può muovere e può realizzare in fretta progetti di valore. Penso che le aziende che vivono anche sulla grande reputazione dell'Italia devono occuparsi di queste cose, soprattutto se si vede una certa latitanza a intervenire in tempi rapidi. Così si crea anche uno spirito di appartenenza e di orgoglio. L'invito è di venire a vedere le meraviglie italiane». Ecco il Progetto Italia che Della Valle ha in mente per gli amici imprenditori. Perché – dice – «con la cultura credo che si possa mangiare, e mangiare bene».

L'intesa culturale tra Tod's e il teatro milanese era in realtà iniziata nel settembre scorso, con la presentazione del cortometraggio An Italian Dream, girato tra i palchi, la platea e il palcoscenico della Scala. Pochi intensi minuti in cui il corpo di ballo della Scala, su coreografie di Giancarlo Schiavoni, interpretava i gesti artigianali delle cuciture di scarpe e borse. Un breve film che ha già fatto il giro del mondo, accompagnando le tournée della Scala in Cina e Giappone. Ma che, ora si è capito, era solo l'inizio di un percorso comune.

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