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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2011 alle ore 08:14.
C'è chi, di fronte a difficoltà impreviste e a trend strutturali negativi, perde fiducia e tira i remi in barca. C'è invece chi sa reagire: è il caso del colosso nipponico JS Group, protagonista dell'acquisizione di Permasteelisa. Se la natura si risveglia e il Governo dorme, l'industria giapponese non si arrende e rilancia le acquisizioni strategiche all'estero.
Tra l'11 marzo (terremoto, tsunami, crisi nucleare) e il 1° luglio (entrata in vigore del temutissimo accordo di libero scambio tra Ue e Corea del Sud e avvicinamento dell'analogo patto tra Seul e Washington) i venti contrari hanno investito le strutture portanti dell'economia nipponica. Contro ogni previsione, in tanta incertezza, il coraggio di effettuare acquisizioni all'estero è aumentato.
Se il terremoto ha mostrato la debolezza della catena manifatturiera, diversificare la base produttiva è un imperativo. Se il mercato interno rischia di contrarsi, si investe per accrescere i ricavi altrove. Se dal Governo non vengono politiche incisive di Free Trade Agreement, non ci si fascia la testa, ma si comprano intere aziende con proiezione internazionale nell'area economica dove i concorrenti hanno un vantaggio competitivo tariffario. Una lezione giapponese, sulla quale riflettere anche in Italia.
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