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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2011 alle ore 06:38.

Tribunali chiusi per ferie. Non è proprio così, ovviamente. Resta però il fatto che da oggi, 1° agosto, a giovedì 15 settembre i termini processuali sono sospesi. Come sappiamo, ciò equivale - di fatto - al blocco di gran parte delle attività dei tribunali (anche di quelli amministrativi e fiscali...) per ben 46 giorni. Siamo sicuri che un sistema giudiziario in affanno come il nostro se lo possa permettere? Siamo sicuri che un Paese come il nostro se lo possa permette? Non è eccessivo che moltissime attività processuali (appelli, memorie, depositi), civili, amministrative e tributarie vengano congelate così a lungo? Tra l'altro, con enormi complicazioni. Qualche esempio? Sono sospesi i termini per le liti civili, amministrative e tributarie, ma non quelli per i giudizi cautelari civili, per le controversie di lavoro o quelle previdenziali. Sono sospesi i termini in materia di separazione e divorzio, cause concernenti l'assegno di divorzio ma non le cause per alimenti o per il diritto all'aggiornamento dell'assegno alimentare tra coniugi già separati. Perché tutti parlano di efficienza dello Stato e di semplificazione e nessuno si rende conto che basterebbe poco per cominciare a lanciare qualche segnale di cambiamento?

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