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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2011 alle ore 07:55.
L'ultima modifica è del 03 agosto 2011 alle ore 06:39.

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Internet è la nuova grande frontiera della lotta alla contraffazione. I dati sugli interventi in difesa del made in Italy indicano che l'offerta di prodotti falsificati continua a provenire in buona parte dalla Cia, e anche che è in continua crescita l'utilizzo di siti online sui quali si possono ordinare prodotti contraffatti. Addirittura si è arrivati a falsificare perfino i siti internet, generando nel consumatore l'inganno più totale.

Opportuna quindi la sentenza della Corte di giustizia europea che, decidendo sulla vertenza tra eBay e L'Oréal, ha messo dei paletti stabilendo le responsabilità delle grandi piattaforme (pienamente legali) di vendita online. È questa la nuova direzione lungo la quale occorre intervenire, su cui concentrare risorse e iniziative.

Non vi è dubbio che lo scenario è complesso, i server dai quali vengono gestiti i traffici illeciti sono disseminati nel mondo, anche se va ricordato che è dalla Cina che arrivano poi le spedizioni di prodotti contraffatti. Le autorità di Pechino possono giocare un ruolo chiave nel contrasto ai nuovi protagonisti dell'industria del falso. Al tempo stesso i consumatori dovrebbero diffidare di offerte non certificate. Inseguire il low cost in rete può costare molto caro.

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