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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2011 alle ore 13:20.
L'ultima modifica è del 04 settembre 2011 alle ore 14:31.

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La Banca Popolare di Milano, cooperativa dominata dal peso decisivo dei dipendenti-soci, finalmente valuta un cambiamento della governance. La spinta non è certo interna, ma voluta dagli investitori, dai grandi soci (a partire dai francesi del Crédit Mutuel) e – soprattutto – dalla Banca d'Italia.

Il possibile punto d'arrivo è il sistema di governance duale, basato su un consiglio di sorveglianza, cui vengono demandate strategie e controlli, e un consiglio di gestione. Una formula che in Italia è stata introdotta di recente e non ha dato prove particolarmente efficaci tanto che, alcune banche che l'hanno adottata, come Mediobanca e Banco Popolare, l'hanno già cambiata (o hanno annunciato di farlo). Nel caso della Bpm, tuttavia, l'esperimento ha un senso che, pur con le dovute cautele, può essere assimilato al sistema tedesco. Anche in Germania, come in Bpm, il sindacato dei lavoratori (pur con modalità diverse) ha un forte peso nelle aziende. Il duale consente una rappresentanza del sindacato dei dipendenti nel consiglio di sorveglianza (Vorstand, in Germania), senza intromissioni nella gestione. Per la Bpm, si tratterebbe di una piccola rivoluzione.

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