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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2011 alle ore 11:07.
L'ultima modifica è del 10 settembre 2011 alle ore 11:08.

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Dall'Ice agli Stati generali. Il futuro delle politiche italiane per l'internazionalizzazione è ancora una nebulosa: abolito l'Istituto per il commercio estero va completata una faticosa e delicata transizione, proprio mentre il sottosegretario Catia Polidori presenta gli Stati generali di fine ottobre. La sensazione che proveranno molte imprese, soprattutto le più piccole che con difficoltà provano ad andare all'estero, rischia però di essere di spaesamento. Perché gli Stati generali possono senz'altro essere un'iniziativa meritoria, a patto però che portino a proposte concrete e che subito, fin da ora, si risolvano i dubbi e i problemi che si sono aperti con l'abolizione dell'Ice. Sparito l'Istituto si sono bloccate decine di eventi, fiere o missioni che erano state organizzate, ma che ora sono finite nel limbo. La cabina di regia Governo-Confindustria-Abi è già al lavoro sulle linee guida. Adesso però bisogna completare velocemente la transizione con il passaggio di risorse e personale a Farnesina e Sviluppo economico e va risolto il nodo delle iniziative programmate ma ancora al palo. Solo così si potrà dire che gli Stati generali sono nati sotto una buona stella.

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