Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2011 alle ore 08:12.
La crescita a due cifre delle vendite del settore turistico attraverso il canale internet nell'estate 2011 dimostra che se le imprese puntano sulla rete per crescere e sviluppare il volume d'affari, i risultati arrivano. Quattro miliardi, dicono i dati, quasi la metà del totale delle vendite online dei siti italiani. Ma il turismo è uno dei settori che su questo fronte ha investito di più e ora ne raccoglie i frutti. Non è così, purtroppo, per molti altri settori della nostra economia. Le responsabilità non sono tutte da una parte sola. Come ha messo in luce l'indice di Boston Consulting che misura l'impatto del web sulle attività produttive, l'Italia è tra i paesi più "pigri" negli investimenti sulla rete. Solo un passo ci separa dai Paesi "arretrati". E questo riguarda aziende, consumatori e Governo. Le aziende restano riluttanti a vendere online; i consumatori diffidenti.
Ma il limite più grave - che chiama in causa le responsabilità di chi governa - è ancora una volta legato alle infrastrutture: senza uno sviluppo adeguato della rete a banda larga, sarà difficile rimuovere gli ostacoli "culturali". Veti incrociati e incapacità decisionale hanno bloccato finora questa opportunità di sviluppo per l'intero Paese. Si può sperare in un colpo di reni?
Permalink
Ultimi di sezione
-
Italia
Agenzia delle Entrate sotto scacco, rischio «default fiscale»
-
L'ANALISI / EUROPA
L'Unione non deve essere solo un contenitore ma soggetto politico
Montesquieu
-
NO A GREXIT
L’Europa eviti il suicidio collettivo
-
Il ministro dell'Economia
Padoan: lavoreremo alla ripresa del dialogo, conta l’economia reale
-
LO SCENARIO
Subito un prestito ponte
-
gli economisti
Sachs: la mia soluzione per la Grecia