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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2011 alle ore 07:40.
L'ultima modifica è del 16 settembre 2011 alle ore 08:54.

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Il duale sembrava la panacea di tutti i mali di Bpm, invece non è proprio così. Solo martedì scorso il cda ha dato mandato ai vertici di mettere a punto il progetto per l'adozione del sistema duale, che prevede un consiglio di sorveglianza e uno di gestione.

Immediata la critica dell'ex consigliere Franco Debenedetti, dimessosi in giugno per protesta a seguito della bocciatura dell'assemblea dei soci della proposta di aumento delle deleghe. Ora Debenedetti lancia la provocazione: la vera riforma sarebbe una Bpm Spa. Ma se Debenedetti è solo una voce esterna, ora il dissenso non manca all'interno del cda. Significativa la richiesta di sei consiglieri di convocare un board straordinario per esaminare una proposta alternativa al duale e soprattutto tesa a svincolare la gestione del personale dall'influenza dei sindacati. Mercoledì prossimo, alla riunione del board, è atteso un confronto acceso. Certo i sindacati hanno dalla loro la maggioranza del consiglio (10 su 18), ma una spaccatura sul tema governance sarebbe controproducente alla vigilia di un aumento di capitale importante e con il faro di Banca d'Italia sull'istituto. Il puzzle per il presidente Massimo Ponzellini si complica. Chissà se anche di questo avrà parlato ieri nell'incontro con il premier Silvio Berlusconi. (Mo.D)

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