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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2011 alle ore 07:56.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2011 alle ore 08:24.
La soluzione gattopardesca: Bpm adotta la governance duale, ma nella sostanza chi comanda con circa il 4% del capitale è sempre l'associazione che può contare sui voti dei dipendenti. Sono loro che nominano il consiglio di Sorveglianza e quindi indirettamente il consiglio di Gestione. Il Consiglio di Sorveglianza non può dare indicazioni strategiche, ma solo pareri non vincolanti. Quanto vincolanti invece continueranno ad essere le indicazioni degli «Amici» su ciò che più conta, promozioni e carriere, il comunicato pudicamente non dice: non è il caso di parlare di quello che non cambia. Valeva la pena discutere fino a mezzanotte?
Si è persa l'occasione di cambiare di far diventare Bpm un'impresa «normale» in cui chi ci mette i propri soldi sceglie il management e se non va bene lo sostituisce. C'era un insieme di circostanze forse irripetibile: la necessità di ricorrere a un aumento di capitale 3 o 4 volte la capitalizzazione della Banca; quella di agire sulla struttura di gestione e di controllo della Banca, severamente contestate da Banca d'Italia nella sua ispezione. Poteva essere l'occasione di eliminare l'anomalia di una banca che ricorre alla Borsa e al mercato dei capitali rifiutando il principio che è alla base della Borsa e del mercato dei capitali, e quella di una cooperativa che di fatto consente a una piccola minoranza di gestire la banca a proprio vantaggio. E ora c'è il sistema duale a perpetuare la doppia anomalia.
Un esito in fondo prevedibile. A chiedere di «vedere le carte» potevano essere due, la Banca d'Italia e il mercato. La Banca d'Italia probabilmente ritiene che in un momento così difficile per l'intero sistema bancario, ricorrere a misure drastiche quale il commissariamento, potrebbe rischiare di avere conseguenze di sistema, ben aldilà del fatto Bpm; e comporta assumersi responsabilità per gli andamenti futuri, in un momento in cui il futuro appare denso di nubi per tutti.
Il mercato valuta quello che c'è, il valore di quello che potrebbe essere rimane inespresso. Con le decisioni di martedì sera, l'attuale consiglio di Bpm ha deciso, quel potenziale, di non volerlo esprimere. Un giorno o l'altro l'occasione di ripresenterà: solo quel giorno si vedrà se è stata una decisione giusta. Personalmente, pur augurando ogni bene a un'azienda di cui sono stato consigliere per due anni, ne dubito.
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