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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2011 alle ore 07:30.
L'ultima modifica è del 09 ottobre 2011 alle ore 14:07.





Gli insegnanti non dimentichino la loro missione



Gli studenti italiani sono scesi in piazza contro il Governo e contro il ministro Gelmini. È un frangente difficile, quello che i giovani attraversano e da parte nostra attribuiamo molte colpe alle istituzioni, insensibili al futuro dei ragazzi, ma anche ai docenti, che spesso interpretano la propria missione come un comune lavoro, finalizzato alla sola riscossione di uno stipendio con il minore sforzo possibile e spesso dimenticando di rappresentare, per i giovani, esempi morali e culturali di enorme peso. Sì, il compito dell'insegnate è una "missione" poiché non si può chiamare in modo diverso l'opera quotidiana al servizio dell'avvenire di giovani che erediteranno da questa triste generazione di adulti la responsabilità del vivere avendo cura del tesoro della civiltà e perseguendo obiettivi di progresso sociale, uguaglianza e pace.
Vincenzo Tornello
Declassamenti e riforme
Il declassamento firmato Moody's mi sembra paradossale. Se l'agenzia deve osservare in modo analitico la situazione finanziaria del nostro Paese, non può farlo in modo discontinuo. Tre punti in un colpo? Se sto attento non mi può e non mi deve sfuggire il momento in cui ti avrei dovuto togliere il primo punto, di seguito il secondo a seguire il terzo.Dove erano gli esperti di moodys quando perdevamo il primo punto, a che sport si stavano dedicando quando perdevamo
il secondo punto? Io non sono un investitore ma non mi sentirei tanto sicuro di una agenzia che
ha sicuramente trascurato di seguire la nostra situazione in modo continuativo. Leggiamo poi che L'Italia ha bisogno di importanti riforme strutturali.
Mi chiedo: possibile che s'ignori la relazione annuale dei vari governatori della banca d'italia? Dall'epoca
di Carli finisce sempre con
la stessa frase: l'Italia ha bisogno di importanti riforme strutturali.
Mi domando: siamo un Paese normale?
Lettera firmata
Siena
Greenspan e la Grecia
Il 7 ottobre ho letto sul Sole 24 Ore l'articolo "Greenspan:Atene è ormai fallita, l'unica soluzione è una ristrutturazione radicale (del debito pubblico greco)". In tal caso, come già avvenne per l'Argentina, i creditori riceverebbero solo una parte di quanto a loro dovuto.. Tra i commenti, uno tutt'altro che balzano sottolineava come lo stesso Greenspan subito dopo l'11 settembre 2001, per cercare di far fronte all'emergenza e neutralizzarne gli effetti eco-finanziari (che comunque ci furono) dell0attacco alle Twi Towers aveva immediatamente provveduto a immettere nel mercato un primo "quantitative easing" di circa 300 miliardi di dollari. Poi ci furono le restrizioni del "Patriot Act", l'Irak, eccetera. Ma quella che sta vivendo la Grecia non è un' emergenza perfino peggiore? Non sarebbe il caso di cominciare a congelare i fondi che tanti "chiaroveggenti" hanno depositato fuori dalla Grecia? Non necessariamente una confisca ma una loro tassazione (magari al benevole tasso tremontiano del 5%) da mettere a disposizione del governo ellenico. Se si fosse fatto così con i fondi depositati all'estero da molti argentini, le cose non sarebberandate diversamente?
Carlo Ravagnan
Vicenza
La sobrietà di Napolitano
A Cuneo il presidente Napolitano ha detto che “dobbiamo vivere in modo più sobrio”. Bene, cominciamo a ridurre prebende e privilegi vergognosi dei nostri politici nazionali e locali.
Duccio Pierini
Nettuno (Roma)

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