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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2011 alle ore 09:42.

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I manifestanti del movimento 'Wall Street Occupare' nelle strade del quartiere finanziario (Afp)I manifestanti del movimento 'Wall Street Occupare' nelle strade del quartiere finanziario (Afp)

Il sito Nieman Watchdog, dell'Università di Harvard, recentemente ha pubblicato un ottimo intervento di John Hanrahan, ex giornalista del Washington Post, sul modo in cui la stampa ha presentato le manifestazioni del movimento Occupy Wall Street, gli indignados americani. «C'è stato un profluvio di critiche documentate sul modo in cui i grandi mezzi di informazione inizialmente hanno raccontato, o non hanno raccontato, le proteste di Wall Street», ha scritto Hanrahan.

Dapprincipio se ne è parlato pochissimo, e come se si trattasse di episodi folcloristici (e io stesso, mea culpa, non ci ho fatto caso). Ma ora è chiaro che sta succedendo qualcosa di importante: finalmente, dopo tre anni in cui le Persone Tanto Coscienziose si sono rifiutate di inchiodare il mondo della finanza alle sue responsabilità, c'è una sollevazione dal basso contro i padroni dell'universo.

Naturalmente ci saranno i soliti tentativi di sminuire la faccenda basandosi su dettagli trascurabili: guardate che sceneggiate fa quella gente, guardate come sono conciati i manifestanti. E allora? È meglio quando banchieri vestiti di tutto punto, che hanno messo in ginocchio l'economia con le loro scommesse scriteriate (e che sono stati soccorsi con i soldi dei contribuenti) piagnucolano perché il presidente Obama dice qualche piccola cattiveria su di loro?

Oppure diranno: perché non cercano di cambiare le cose dall'interno del sistema? Basta guardare com'è andata a quelli che ci hanno provato. Se gli intrighi di palazzo hanno affossato gente come Elizabeth Warren (la riformatrice della finanza, ora candidata al Senato) perfino all'interno dell'amministrazione Obama, e se i Repubblicani si sono schierati in forze dalla parte dei malfattori straricchi, perché i dimostranti non dovrebbero cercare canali alternativi a quelli consueti?

Infine, perché non delegare alla gente che sa che cosa bisogna fare? Chi legge regolarmente questa mia rubrica conosce già la risposta: le Persone Tanto Coscienziose non hanno fatto altro che fare errori, errori colossali e reiterati, sia prima che dopo la crisi finanziaria. Non c'è un solo elemento, nella storia recente dell'economia, che autorizzi a dare un qualche credito ai sapientoni della finanza.

Perciò, i dimostranti hanno ragione. E se gli uomini di Obama avessero un po' di spirito di autoconservazione, cercherebbero di ricucire i rapporti con le persone che hanno deluso così pesantemente. Perché non vado a Zuccotti Park. Qualche lettore mi chiede di andare a tenere un discorso in una delle manifestazioni del movimento Occupy Wall Street. Ma non posso, e per ragioni facilmente intuibili. Ho l'enorme privilegio di esporre le mie opinioni per due volte la settimana sui più importanti quotidiani del pianeta. Cerco di fare l'uso migliore possibile di questo privilegio, di fare tutto quello che posso per diffondere la verità e per promuovere le misure che considero più adatte. Questo privilegio però si accompagna ad alcune restrizioni: una di esse è il divieto di varcare la linea che separa l'opinionista dall'attivista. Ed è una linea più che giustificata. Lo dico nel caso ve lo stiate chiedendo.
(Traduzione di Fabio Galimberti)

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