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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2011 alle ore 09:41.

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C'era una volta l'Italia risparmiosa. O meglio: c'è ancora, almeno nelle intenzioni. Dalla ricerca dell'Ipsos sul risparmio presentata ieri emerge infatti che la quota di italiani che proprio non riescono a dormire se non mettono via qualche soldo continua ad aumentare (era il 41 per cento nel 2010; quest'anno è salita al 44 per cento). Senonchè, questo desiderio in molti casi non si realizza affatto, a giudicare dalle risposte degli intervistati. In particolare, secondo la ricerca Ipsos aumenta il numero di famiglie in saldo negativo di risparmio, ovvero quelle che hanno dovuto ricorrere ai risparmi passati o a prestiti: sono il 29% su tutta Italia e ben il 40% al Sud contro il 34% del 2010. In crescita poi quelli che ritengono peggiorato il loro tenore di vita (dal 18 al 21%) e si riducono tutti i consumi, tranne il farmaceutico. Per ben l'86% degli intervistati, poi, si tratta di «una crisi grave» e così il 50% è pessimista rispetto al futuro, il 36% ottimista e il 14% attendista. Per la prima volta dal 2005,annotano gli esperti, il numero di soddisfatti è superato dagli insoddisfatti che crescono dal 44 al 51%. Va detto che questa sensazione di impoverimento sembrerebbe confermata anche da alcuni riscontri oggettivi.

Non si tratta, insomma, solo di una percezione: c'è una stagnazione dei consumi anche perchè il reddito disponibile delle famiglie ha avuto una crescita inferiore all'uno per cento tra il 2005 e il 2007 e questa crescita si è praticamente azzerata negli anni successivi; e la riduzione della capacità di risparmio si è ridotta di 4 punti percentuali negli ultimi dieci anni. Naturalmente, non tutti sono diventati più poveri: ci sono anche coloro (pochi) per i quali reddito e patrimonio continuano a salire: è noto che da noi reddito e soprattutto ricchezza sono piuttosto concentrati. Ma a farci sospettare che non siamo solo di fronte a un problema distributivo e che qualcosa che somiglia a effettivo impoverimento dell'intero Paese si stia sviluppando, contribuiscono due dati macroeconomici: il primo è il dato relativo alla dinamica della bilancia dei pagamenti, che da alcuni anni è in rosso: il disavanzo era pari a -54,3 miliardi di euro nel 2010 e nei primi sette mesi del 2011 ha già sfiorato i 40 miliardi.
Il secondo dato è di tipo patrimoniale e riguarda la posizione patrimoniale netta dell'Italia sull'estero: era pari a meno 376 miliardi lo scorso anno, potrebbe arrivare a sfiorare i 400 miliardi quest'anno. Dunque, non sembra del tutto ingiustificato il sospetto che, come ci rimprovera qualche arcigno vicino di casa, l'Italia stia continuando a vivere al di sopra delle proprie possibilità.

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