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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2011 alle ore 09:11.
L'ultima modifica è del 26 ottobre 2011 alle ore 09:11.
La gioiosa macchina da guerra di Nichi Vendola non arretra di un millimetro di fronte a critiche e accuse e tira le orecchie al Governo facendo uscire dal cilindro persino un tesoretto. «La Regione ha 2,3 miliardi da spendere – dichiara l'assessore al Bilancio, Michele Pelillo – ma non possiamo farlo per i vincoli del patto di stabilità. La nostra ragioneria ha sempre avuto liquidità ma ora vedere le casse piene e inavvicinabili fa male».
Pelillo – scortato dai conti del dirigente dell'area finanza Mario Aulenta – sciorina un'elaborazione fatta nei suoi uffici, che si ferma al 2009 ma che si discosta pochissimo dall'attuarizzazione al 2011. «Come può vedere – afferma – la Puglia è la Regione più penalizzata tra quelle a statuto ordinario. Al massimo possiamo spendere 356 euro per cittadino. Più o meno ai nostri livelli è il Veneto mentre i nostri vicini della Basilicata possono arrivare a 1.231 euro pro capite. Per non parlare poi delle Regioni a statuto speciale».
È proprio vero che da queste parti più che altrove i numeri si interpretano, se è vero che il leader del centrodestra in Puglia, Rocco Palese, bolla come «patacche quei dati. La verità e che la Puglia ha sempre sfondato il tetto del patto di stabilità».
E così, tra un tesoretto congelato e un bilancio autonomo mangiato dalla sanità cosa resta per lo sviluppo economico? «Dal bilancio zero - ammette candidamente Pelillo - ma per fortuna abbiamo i fondi comunitari».
R. Gal.
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