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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2011 alle ore 07:58.
L'ultima modifica è del 28 ottobre 2011 alle ore 09:25.
Potrebbero non bastare il video di scuse alla giapponese del Ceo Mike Lazaridis e i 100 dollari in apps a disposizione degli utenti del Blackberry, o in alternativa per le aziende un mese di assistenza tecnica gratuita. I quattro giorni di black out del servizio di internet ed email potrebbero infatti costare molto caro a Research in motion (Rim), il produttore dello smartphone business per antonomasia: i consumatori hanno lanciato una class action in Canada e in California per chiedere il risarcimento dei danni subiti, che l'avvocato canadese che ha presentato il ricorso ha stimato in 1,25 dollari aggiuntivi a testa per il giorno e mezzo in cui il suo cliente è stato senza servizio dal suo Blackberry.
Ora si stima che il conto complessivo dei risarcimenti potrebbe arrivare a un totale di 25 milioni di dollari, una "bolletta" esagerata se si tiene conto del danno reale subito dai consumatori. Ma Rim potrebbe subire un contraccolpo ben più salato in termini di immagine. Già il Blackberry ha visto crollare in un anno la sua quota globale negli smartphone dal 18,7 all'11,7%, di fronte all'avanzata dell'iPhone e dei cellulari Android. Ora il buco di sicurezza emerso in quei quattro fatidici giorni tra l'11 e il 14 ottobre potrebbe costare a Rim ben di più di quei 25 milioni.
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