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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2011 alle ore 08:00.

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Qui la politica è l'unica industria che produce. Per gli apparati e per quelli che riescono a prendere anche una sola briciola. Senza guardare al colore politico che in Calabria è un'invenzione. Tutti vogliono diventare politici: alle ultime elezioni regionali si sono presentati in 650. La grande torta è certificata dai numeri.

Anche quest'anno il consiglio regionale costerà almeno 79 milioni ma il fabbisogno stimato è di 84. L'onere supera abbondantemente quello per l'intero personale regionale di ruolo (2.323 persone di cui 1.920 della Regione più 403 del consiglio, senza contare gli enti strumentali) che è di 70 milioni.

Per le indennità di carica – ha calcolato l'opposizione del Pd con dati aggiornati al 2009 ma pressoché stabili nel biennio successivo - se ne sono andati circa 18,6 milioni. Le Marche – regione paragonabile per numero di abitanti con la Calabria (che ne ha di più ma moltissimi sono quelli che vivono fuori regione) - ne ha spesi 10,7. Per rappresentanze, cerimoniali e promozioni sono stati spesi 900mila euro che per le Marche sono 40mila. Il personale del consiglio è costato 34 milioni, nelle Marche 3. Solo per indennità contributi e missioni 10,6 milioni oltre ai 12,3 delle strutture speciali. Per pubblicità e convegni la Regione ha speso 3,1 milioni; le Marche 515mila euro.

Se al costo del Consiglio si aggiunge quello della Giunta la torta diventa gigantesca. La Regione quest'anno costerà 32,2 milioni (ma il fabbisogno teorico è di 40). Le sole strutture dei dipartimenti e degli assessorati costeranno quest'anno 6,6 milioni ma il fabbisogno è di 7,8.

I conti del bilancio autonomo che sono di 9,4 miliardi, assorbiti per il 45,7% dalla Sanità (commissariata) e da spese incomprimibili, evidenziano un altro paradosso per il personale: la spesa per gli ex precari ormai stabilizzati (tra i quali migliaia di forestali) grava per 294 milioni mentre tutti gli altri (di ruolo, consorzi agrari, Ato e via di questo passo) per 117,5, vale a dire meno della metà.

Se la politica è ricca i politici sembrano poveri. Il consigliere Santi Zappalà, condannato il 16 giugno in primo grado a 4 anni di reclusione per corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose (secondo l'accusa avrebbe chiesto voti alla cosca Pelle di San Luca) e supporter di Scopelliti, per lo stesso anno dichiarava – come tutti gli altri giurando sul proprio onore - 71.568 euro, nove fabbricati, zero partecipazioni e neppure un'automobile. Il 17 ottobre Gdf e Ros di Reggio gli hanno sequestrato contante, titoli e assicurazioni, per 7,5 milioni.

I miraggi in riva allo Stretto non finiscono mai. Prendete la spesa dei fondi strutturali 2007/2013. Il 22 agosto la Ue ha scritto una lettera con la quale ha comunicato al Governo nazionale e a quello regionale «gravi inefficienze nella spesa e nel controllo che inficiano l'affidabilità della procedure di certificazione dei pagamenti». Morale: due mesi di tempo per rispondere ai rilievi altrimenti la Ue avrebbe avuto mano libera «nel sospendere i pagamenti intermedi». I due mesi sono trascorsi, il 13 ottobre c'è stata una nuova relazione regionale sullo stato di attuazione del Por Calabria e quattro giorni dopo, il 17 ottobre, maggioranza e opposizione si sono scontrate in Consiglio su chi e se avesse responsabilità.

La spesa della Regione è fatta così: la realtà sembra confondersi con il miraggio in ogni piega o atto scritto o da scrivere. Magari è vero ma forse non lo è. L'assessore al Bilancio Giacomo Mancini ha gridato vittoria di fronte ai rating finanziari del 5 ottobre. «È per noi motivo di soddisfazione che le agenzie Moody's e Fitch – ha dettato alle agenzie stampa - abbiano rappresentato in maniera positiva la situazione finanziaria della Regione Calabria in confronto a quella di altre Regioni». Peccato, ribatte Naccari Carlizzi «che Moody's abbia retrocesso la Regione Calabria da emittente di qualità medio-alta a media e Fitch si fosse espressa sei mesi prima con un outlook stabile ma con prospettive negative».

La teoria della relatività da queste parti è legge: il 12 agosto, dopo la retrocessione delle agenzie di rating dei conti della Provincia di Treviso, l'assessore trevigiano al Bilancio Noemi Zanetti dichiarò: «Siamo come la Calabria» e Mancini non trovò di meglio che maledire «i luoghi comuni contro la Calabria che sono come quelli contro le donne che fanno politica: tutti falsi. Naturalmente, poi, come dimostra l'assessore Zanetti c'è sempre un'eccezione».

Fine dei giochi con offesa finale.

http://robertogalulo.blog.ilsole24ore.com

Le precedenti puntate sono state pubblicate il 5 ottobre (Lombardia), il 13 ottobre (Liguria), il 20 ottobre (Veneto), il 26 ottobre (Puglia), il 29 ottobre (Emilia-Romagna) e il 3 novembre (Lazio)

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