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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2011 alle ore 08:37.

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(r.n.) - FATE PRESTO abbiamo titolato giovedì 10 novembre dopo una giornata in cui il giudizio dei mercati sul titolo Italia si era espresso con uno spread BTp–Bund superiore ai 550 punti e con un tasso di rendimento dei Buoni del Tesoro poliennali sopra il 7%.

Numeri da brivido che toccano direttamente il risparmio e il lavoro degli italiani e indicano il punto di caduta di un lungo processo di logoramento politico e civile.

A Mario Monti e alla sua compagine di governo tocca recuperare la fiducia del mondo sull'Italia. Per ottenerla aiuta (molto) la credibilità internazionale di chi guida l'esecutivo, ma per recuperarla stabilmente servono fatti non parole. Quei fatti che il Paese attende da almeno un paio di decenni e che, per diventare realtà, hanno bisogno prima di tutto del voto (convinto) della politica, di buona parte della vecchia maggioranza e della vecchia opposizione. In nome e per conto della causa italiana che esige senso di responsabilità da parte di tutti: dentro il Parlamento e fuori.

Avevamo chiesto di fare presto e lo si sta facendo grazie all'azione determinata e lungimirante del Capo dello Stato. Le forze politiche ora non rallentino il processo. Al professor Monti ci permettiamo di suggerire di parlare il linguaggio (amaro) della verità consapevoli come siamo che il riscatto e la salvezza (non solo economica) dell'Italia dipendono dalla sua capacità di persuasione rispetto alla politica, alla società civile, alle forze produttive e al sindacato, al mondo del lavoro autonomo. Ognuno dovrà rinunciare a qualcosa e dovrà farlo sapendo che è in gioco il presente e il futuro di tutti. Serve lo spirito condiviso del dopoguerra e non sarà affatto facile ricostruirlo. Basterà fare il nostro dovere, ma dobbiamo crederci.

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