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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2011 alle ore 08:14.
L'ultima modifica è del 14 novembre 2011 alle ore 09:27.
Negli ultimi dieci mesi l'Unione europea ha dato vita a ben 14 summit, formali e informali, per cercare di trovare una soluzione alla crisi della Grecia, ma ogni volta i mercati si sono sempre dimostrati insoddisfatti delle misure, spesso solo annunciate. Un impasse dovuto all'eccessivo individualismo degli interessi nazionali. Lo stesso deficit di solidarietà comunitaria nel venire incontro ai disagi delle aree più deboli si riflette anche nelle politiche a favore degli indigenti.
Un ricorso della Germania alla Corte Ue, accolto ad aprile, a cui hanno poi aderito altri cinque paesi, sta bloccando di fatto il budget 2012 e 2013 del Pead, un programma varato da Delors nel 1986 per favorire la raccolta di eccedenze alimentari da distribuire ai poveri dell'Europa. Si tratta di un supporto importante per le food bank (i banchi alimentari) che oggi già si fanno carico di sfamare 18 milioni di indigenti in Europa.
Il fatto grave è che vige ancora il principio che ogni Paese deve affrontare il problema della povertà in modo autonomo. Per salvare la Grecia, dove la Germania ha notevoli interessi, si costituisce un fondo di miliardi di euro. Per il Pead, invece, nulla. E si tratta di una solidarietà alimentare che costa solo un euro a ogni cittadino europeo.
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