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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2011 alle ore 08:03.
L'ultima modifica è del 16 novembre 2011 alle ore 08:27.

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«Una pallottola alla tempia della City». Metafora sanguinosa ma efficace uscita dall'immaginazione del Cancelliere britannico George Osborne. Il proiettile si chiama tassazione sulle transazioni finanziarie che la Germania mostra tanto di volere. Dietro le dispute ideologiche sui destini dell'Unione in crisi emerge il pragmatismo britannico.

Attenzione a non farsi distrarre dai toni flautati di Angela Merkel sui destini comuni dell'Unione, attenzione a non distrarsi, per converso, dall'euroscetticismo alternato ad eurorealismo del premier britannico, David Cameron. Sullo sfondo c'è altro. Il primato di Londra come piazza finanziaria minacciato da una più coesa Unione che tedeschi e francesi vanno discutendo. Tobin tax ma non solo. Più imminente è la minaccia della norma per collocare entro l'eurozona le clearing house che operano nella divisa comune. Londra ha già fatto ricorso alla Corte Ue. Prologo di una disputa sempre meno politica, sempre più economica destinata ad inasprirsi fino a quando qualcuno toglierà la canna della rivoltella «dalla tempia della City». O tirerà il grilletto.

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