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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2011 alle ore 08:15.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2011 alle ore 09:28.

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Ironia della storia economica o un nuovo equilibrio geoeconomico. Chiamatelo come volete, ma qualcosa di importante è successo davvero nei rapporti tra Nord e Sud del mondo. Quando lo spettro del default e l'incubo degli spread attanaglia molti Paesi europei, a Brasilia incassano un upgrade di Standard & Poor's. Ve lo ricordate il Brasile, "Paese del futuro" ? Da più di un secolo se ne parlava così, del gigante-eterna promessa.

Tante risorse naturali, tanti climi, adatti alle coltivazioni più diverse, un'estensione enorme (27 volte l'Italia) non soggetta a rischi sismici, una popolazione senza tensioni etniche, nè religiose. Eppure il gigante-Brasile non decollava. Ora vola, come un moderno Boing, a 10mila metri di altitudine, con una velocità di crociera superiore a quella di tutti gli altri Paesi europei.

E pure degli Stati Uniti. L'ex presidente Lula, tributato da tutti come un grande statista, ha saputo coniugare stabilità macrofinanziaria e crescita economica, riscattato dalla povertà 30 milioni di brasiliani e conferito prestigio internazionale al suo Paese. Per il nuovo presidente Rousseff la strada non è spianata, ma intanto incassa l'ok di un'agenzia di rating. Di questi tempi non è poco.

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