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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2011 alle ore 07:27.
L'ultima modifica è del 22 novembre 2011 alle ore 08:40.

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Sembra la soluzione più probabile, vista la situazione di grande difficoltà: per Cape Live si profila ormai imminente il concordato preventivo in continuità. Sembrerebbe favorevole all'ipotesi il Tribunale di Milano, che sta seguendo da vicino la vicenda.

Così il Cda di Cape Live, preso atto della necessità di riequilibrare la situazione economica e soprattutto conscio dell'entità del rimborso del prestito obbligazionario (da 22,4 milioni) in scadenza il 14 luglio 2014, ha deciso di dare mandato a un gruppo di consulenti (Giovanni La Croce, Manuela Bianchi e l'avvocato Roberto Cornetta) per proporre un'ipotesi di concordato preventivo in continuità: un piano che, una volta predisposto, dovrà ottenere il via libera dei creditori, in particolare dei possessori del bond convertibile. Un destino segnato quello di Cape Live, dopo l'intervento della Procura a giugno, sfociato nell'arresto di Simone Cimino: il fondatore della società, portata in Borsa nel 2007, poi rilasciato nei mesi scorsi. (C.Fe.)

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