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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2011 alle ore 07:54.
L'ultima modifica è del 30 novembre 2011 alle ore 08:47.

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Potrebbe essere l'avvento d'una nuova era in Borsa. Ma il rischio è che diventi l'ultimo, il più eclatante e pericoloso caso di bolla speculativa a Wall Street. Il moltiplicarsi di indiscrezioni – e di cifre – su un prossimo collocamento iniziale di Facebook impone cautela: la capitalizzazione di mercato ora ipotizzata, oltre cento miliardi di dollari, rappresenta oltre venti volte il giro d'affari previsto quest'anno, già raddoppiato rispetto al 2010.

Al confronto Apple, con la sua storia di innovazione e società leader della market cap nel settore tecnologico, non vale neppure tre volte il fatturato. A questi valori la scommessa sul colosso dei social network conta su crescita sfrenata e capacità di trasformarla in attività, a cominciare dalla pubblicità, che pagano. Segni di prudenza, a ben guardare,stanno affiorando sulla nuova frontiera calda di Internet: dopo un Ipo di successo a inizio novembre, il gigante dei coupon online Groupon ha sofferto bruschi declini.

Obsoleto scetticismo sul futuro, dei nuovi media o di Facebook? No, solo l'attualissima lezione di vecchi e meno vecchi eccessi: invita investitori che sognassero azioni di Facebook alla stregua di biglietti vincenti della lotteria a più miti consigli, pazienti verifiche di cifre di bilancio e modelli di business.

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