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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2011 alle ore 07:40.
L'ultima modifica è del 02 dicembre 2011 alle ore 09:29.

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La Corte europea di Giustizia offre il destro alle aziende vittime della contraffazione di marchi e prodotti di poter bloccare la merce sospetta di provenienza extra Ue che transita in un paese dell'Unione prima di riprendere quota per altri lidi.
Non si potrebbe fare, il blocco, perché il transito doganale è un regime speciale grazie al quale la merce può fare uno stopover in deposito senza pagare dazi e affini prima di raggiungere una nuova destinazione extra Ue.

Però due multinazionali del calibro di Philips e Nokia non si sono arrese ai rasoi e ai telefonini falsi che gli passavano sotto il naso ad Anversa e Londra e hanno fatto ricorso. La Corte ha dato loro ragione sancendo il fatto che spetta a loro, ai titolari dei diritti, di provare che le merci sono false e che stanno per essere immesse sul mercato.

A parte la grande disparità di regimi particolari tra i 27 paesi dell'Unione, resta il fatto che la prospettiva concreta per le aziende che vogliano tutelarsi è quella di assoldare schiere di detective privati, avvocati, advisor.
Come dire: vi diamo la possibilità di difendervi, ma a vostre (salate) spese.

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