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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2011 alle ore 06:38.

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Una nuova proposta per la patrimoniale uscita dalla manovra



Le misure fiscali adottate dal governo aumentano la tassazione sui patrimoni, in particolare quelli immobiliari, ma non sostanziano una vera e propria “imposta patrimoniale”, né di carattere straordinario, né di carattere ordinario. Eppure, uno dei sintomi più significativi dell'evasione fiscale è proprio l'esistenza di patrimoni, mobiliari ed immobiliari, in capo a soggetti che nel tempo non hanno dichiarato redditi tali da giustificarne l'acquisto. Si potrebbe, allora, estendere alle persone fisiche il modello tributario applicato alle cosiddette società di comodo – quelle in cui si usava “parcheggiare” gli immobili personali - peraltro recentemente rafforzato. Perché non applicare, mutatis mutandis, alle persone fisiche un meccanismo analogo? Calcolare un reddito minimo personale in funzione del patrimonio, mobiliare ed immobiliare, posseduto da ciascun contribuente, da confrontare con il reddito effettivamente dichiarato; un reddito imponibile minimo al di sotto del quale il contribuente, data la sua ricchezza personale, non può scendere. Si otterrebbero, in questo modo, diversi risultati positivi. Si continuerebbero a tassare i redditi e non i patrimoni, mantenendo anche la progressività del sistema. Non si aggraverebbe il prelievo tributario di chi già paga molto e si colpirebbe solo chi, pur molto ricco, riesce ad occultare i redditi, eludendo il sistema fiscale.
Raffaele Fiume
Professore di Economia aziendale
Napoli
La cassa e le pensioni
Pur condividendo nelle sue linee generali il provvedimento adottato domenica dal governo Monti ritengo tuttavia vi siano alcune stridenti anomalie. La prima è la non indicizzazione delle pensione oltre il doppio dell'importo delle minime che a mio avviso ha ben poco di equo e molto di iniquo; al limite si poteva bloccare l'indicizzazione sui primi 1000 euro di pensione per tutti. La seconda ha forse un carattere più istituzionale e riguarda il prelievo dell'1,5% sui capitali rientrati e regolarizzati già con lo scudo fiscale. In questo modo lo Stato viene a meno alla parola data a suo tempo alla quale i cittadini hanno creduto e incrina ancor di più il già difficile rapporto cittadino-Stato democratico (non tiranno). Questi soldi si potevano trovare benissimo da qualche altra parte a cominciare, per esempio, dalla dismissione di quote dell'ingente patrimonio nazionale e privatizzazione di Enti come FFSS o Poste. Di tutto questo però non c'è traccia al momento.
Giorgio Galli
Fenegrò (Como)
Patti da rispettare
Circa 30 anni fa s'era innamorato di una bellissima scrittrice norvegese, aveva venduto tutti i suoi beni in Italia e s'era trasferito là. Non hanno avuto figli e tre anni fa sono morti a distanza di pochi mesi uno dall'altra per un male incurabile. Il suo denaro, depositato quasi tutto in Lussemburgo a reddito, è stato ereditato dall'unico nipote che, seppure colto, ha creduto allo Stato italiano. Infatti ha sottoscritto il rientro in Italia perché le condizioni erano che, oltre la tassa prevista, nessun'altra imposizione avrebbe colpito i valori, non per nulla l'hanno chiamato "scudo fiscale". Ora è inferocito, mi dicono voglia fare causa per il prelievo dal conto di un importo aggiuntivo a favore di uno Stato il quale, senza vergogna alcuna, si rimangia la parola.
Guido Rossi Valdisole
Milano
Stanare l'evasione
L'aumento delle tasse non fa certo bene all'economia. Si potrebbe diminuire la pressione fiscale combattendo con tutti i mezzi l'evasione. Oltre alla tracciabilità dei pagamenti, all'anagrafe tributaria, all'incrocio dei dati e quant'altro, il ministero dell'Economia potrebbe dare lavoro a qualche migliaio di giovani laureati impiegandoli a progetto e remunerandoli a provvigione, da formare per stanare le piccole e le grandi evasioni: dal commerciante che non emette lo scontrino o ti chiede di farlo di importo inferiore, al medico specialista che non rilascia la fattura, all'idraulico o all'artigiano che lavora assolutamente in nero, fino ai grandi evasori. Ognuno di questi giovani si pagherebbe lo stipendio da se e porterebbe introiti consistenti nelle casse dello Stato.
Oronzo Longo
Grottaglie

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