Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2011 alle ore 09:10.

My24

I policy makers europei debbono guardarsi dal creare quelle divisioni fra un Nord Europa virtuoso e un Sud Europa vizioso nel momento in cui si battono contro la crisi dei debiti sovrani, dando corpo ai timori in passato espressi dall'economista americano Martin Feldstein a proposito di ciò che avrebbe ineluttabilmente minato la salute della moneta unica.
L'esortazione è venuta ieri dal presidente del Consiglio Mario Monti che, subito dopo l'indirizzo di saluto del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ha introdotto a Palazzo Koch il convegno internazionale in memoria di Tommaso Padoa-Schioppa scomparso il 18 dicembre del 2010. A ricordare il banchiere centrale, il rapporteur della commissione Delors che gettò le basi dell'euro, il ministro dell'Economia dell'ultimo governo Prodi (di cui Il Mulino ha pubblicato un libro che ne ripercorre l'esperienza a cura di Antonio Padoa Schioppa e Carlo Fenu) ieri c'erano davvero moltissimi colleghi e amici di una vita: da Mario Monti al presidente della Bce Mario Draghi, dal governatore della Banca centrale inglese Mervyn King al direttore generale della Bri Jaime Caruana al governatore onorario della Banca di Francia Michel Camdessus al consigliere speciale del direttore generale del Fondo monetario John Lipsky a Lorenzo Bini Smaghi a Romano Prodi, solo per fare alcuni nomi e non contare tutti gli altri esperti che lavorarono con Tps in Banca d'Italia.

L'Europa è stata il filo rosso dell'intervento del premier che ha rivendicato il fatto che l'Italia oggi sia in grado di contribuire al suo rafforzamento «più che in passato» e ha detto di condividere l'idea di "fiscal compact" delineata da Mario Draghi. La disciplina fiscale è fondamentale per l'economia - ripete - ma un approccio eccessivamente di breve termine non è sufficiente a risolvere la crisi. L'attuale crisi che l'Europa sta attraversando «non è una crisi dell'euro - ribadisce Monti - piuttosto delle politiche di bilancio». Oggi l'Italia «ha un messaggio forte da dare all'Europa, in maniera più intelligente che nel passato: per costruire l'Europa in maniera unita non possiamo permetterci che la crisi divida l'eurozona, ma deve unirla».

D'accordo con le affermazioni di Monti si è detto anche il presidente dell'Eni, Giuseppe Recchi: «L'Italia sta dando un segno di capacità di correzione e questo ci può permettere di partecipare al coordinamento delle policy europee. Oggi l'obiettivo è mantenere un'Europa coesa e unita». «Anche nel discorso di Monti - ha concluso Recchi - si faceva riferimento a questo: la manovra è lo strumento per una politica di crescita a lungo termine».

Shopping24

Dai nostri archivi