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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2011 alle ore 07:46.
L'ultima modifica è del 30 dicembre 2011 alle ore 08:18.

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La crisi economica mondiale sta sottoponendo la moneta unica europea, e di conseguenza il mercato unico europeo, a una sfida di proporzioni immani. Sempre più spesso si sente parlare di timori sul rischio di una dissoluzione della zona euro. E questo nonostante l'euro, di per sé, continui a essere una valuta forte e affidabile. Abbiamo di fronte una crisi delle finanze pubbliche di alcuni degli Stati che adottano l'euro. Solo guardando le cose in quest'ottica sarà possibile trovare una soluzione.

A tale proposito, noi titolari delle cattedre Jean Monnet e qualcuno dei nostri giovani allievi, rivolgiamo alle istituzioni europee e ai Governi degli Stati membri dell'Unione Europea la seguente Dichiarazione:
La situazione attuale impone di adottare urgentemente misure forti, tanto a livello europeo quanto a livello nazionale.


Livello europeo:
1) Completare l'Unione economica e monetaria con la creazione, alla luce del piano Werner del 1970 e delle recenti dichiarazioni dell'ex presidente della Bce Jean-Claude Trichet (Aquisgrana, giugno 2011) e del presidente attuale della Bce Mario Draghi (Parlamento europeo, novembre 2011), di un'Autorità incaricata di tenere sotto stretto controllo i bilanci dell'Unione Europea e degli Stati membri dell'Eurozona;
2) Adottare la regola delle sanzioni automatiche per gli Stati membri che non rispettino le regole della governance europea.
3) Elevare l'Autorità bancaria europea al rango di istituzione a tutti gli effetti, con il compito di garantire la supervisione macroprudenziale del sistema bancario dell'Eurozona;
4) Elaborare e approvare un regolamento per l'emissione di obbligazioni di stabilità, secondo le linee indicate dalla Commissione europea;
5) Applicare le decisioni del Consiglio europeo riguardo al Fesf;
6) Rafforzare le regole sul semestre europeo;
7) Riaffermare la centralità della stabilità dei prezzi come missione primaria della Bce, evitando ogni tentazione di assegnare alla Banca centrale anche la funzione di prestatore di ultima istanza nei confronti dei governi.
8) Introdurre nel Trattato l'obbligo per gli Stati membri dell'Eurozona di inserire nelle rispettive Costituzioni la regola del pareggio di bilancio;
9) Il mercato unico europeo è il principale strumento a disposizione della Commissione europea e del Consiglio europeo per promuovere la crescita nella Ue. Bisogna sfruttarne fino in fondo le potenzialità. Il rapporto Monti ha tracciato le linee generali per arrivare a questo risultato;
10) Introdurre nei trattati l'elezione diretta da parte dei cittadini europei (o da parte del Parlamento europeo) del presidente del Consiglio europeo.

Livello nazionale:
11) L'attuale crisi del debito sovrano lancia un segnale chiaro: i titoli di Stato non godono più del privilegio di essere considerati esenti da rischi;
12) Le riforme devono essere concepite nell'ottica di un risanamento profondo dei meccanismi che portano alla creazione del debito pubblico. Vanno fissati obbiettivi specifici da raggiungere in termini di rapporto fra spesa pubblica e Pil;
13) I programmi di aggiustamento dovranno essere incentrati sulla riduzione della spesa pubblica, non sull'incremento delle tasse;
14) L'introduzione della regola del pareggio di bilancio nelle Costituzioni nazionali dev'essere rafforzata con meccanismi di maggioranza qualificata per l'approvazione da parte dei Parlamenti nazionali di leggi sulla tassazione e sulla spesa pubblica;
15) La flessibilità del lavoro dev'essere rafforzata e accompagnata da sistemi di sicurezza;
16) Infine, i Governi nazionali devono prendere misure decise per favorire la crescita, nella consapevolezza che la ricchezza viene creata soprattutto dalle imprese.

L'appello è firmato da 40 titolari di cattedre Jean Monnet in tutta Europa
(Traduzione di Fabio Galimberti)


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