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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2012 alle ore 07:56.
L'ultima modifica è del 10 gennaio 2012 alle ore 08:46.

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Dalla quotazione in Borsa nella primavera '97 alla legge Marzano nel febbraio 2009: poco meno di dodici anni scandiscono la storia della It Holding, il colosso di Isernia fondato da Tonino Perna che ha inventato dal nulla le licenze dell'abbigliamento giovane firmato dai più famosi stilisti italiani, in una fascia di prezzo che fino all'avvio della crisi economico-finanziaria internazionale era abbordabile per chi voleva sfoggiare capi griffati ma non era in grado di accostarsi al prêt-à-porter.

Dall'arrivo dei commissari straordinari nominati dal ministro Scajola di anni ce ne sono voluti quasi tre, troppi, perché ieri mattina arrivasse l'arresto di Perna per bancarotta fraudolenta ed evasione, mentre sono in atto «ulteriori attività finalizzate al sequestro preventivo dei beni».

È sempre un brutto momento quando una storia imprenditoriale finisce in questo modo: e, dopo 35 mesi, suscita stupore che sia necessario ricorrere all'arresto. Gli errori dell'imprenditore molisano, però, sembrano evidenti, così come quelli di un sistema bancario rigido con le piccole imprese ma sempre disposto ad agevolare aziende molto visibili. E quelle della moda, fra lustrini e passerelle, lo sono ancor più di altre.

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